STATO ISLAMICO. Fallito il Cyber attack EUROPOL contro DAESH

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Uno screen shot di una chat ISIS che irride alla campagna EUROPOL; un artwork di Queaysh Media; la conferenza stampa EUROPOL e i suoi comunicati

Daesh ha seguito con molto interesse la pubblicistica edita da Europol e media tradizionali sulla campagna di distruzione e cancellazione account Daesh dalla social sfera. Gli account del Califfato hanno postato anche i numeri dell’aggressione cibernetica: tra il 20 e il 25 novembre annientati 10.816 bot afferenti a Daesh. Gli amministratori dei canali Daesh hanno parlato di questa disfatta per più motivi: da un lato tranquillizzare i propri fedelissimi in caso di mancate informazioni dalle wilayat del Califfato, e dall’altro usare gli articoli dedicati ad attacco Europol per deridere l’iniziativa considerata dalla social sfera Daesh: costosa, poco efficace e difficile da ripetere.

Nell’arco della giornata diversi account hanno postato la notizia secondo cui questa operazione di ripulisti è iniziata nel 2015 e questa ultima settimana di cancellazioni è l’ultimo colpo di coda dell’operazione cibernetica dei “crociati”. Questo pressing a uomo o per meglio dire a canale Telegram non può durare a lungo affermano gli account Daesh perché non ci sono abbastanza soldi per portarlo avanti. Ed hanno perfettamente ragione.

In risposta all’attacco a partire dal 24 novembre, infatti, Daesh ha cominciato a insegnare ai propri fedelissimi come utilizzare altre piattaforme come Matrix e/o altre app o social meno conosciuti o nuovi. Risultato finale: tutto è on line con buona pace di chi ha portato avanti l’attacco cibernetico che ha messo in crisi Daesh per poche ore al giorno per cinque giorni.

Ora non sappiamo quanto siano penetranti su Telegram gli algoritmi di Europol ma di certo Daesh sta istruendo il suo esercito cibernetico a migrare sulle nuove piattaforme, cosa che dovranno fare anche gli agenti infiltrati delle varie polizie del mondo per poter continuare a monitorare cosa fanno i simpatizzanti Daesh. La stessa cosa  era successa con account Daesh su Facebook, su Twitter, Google+, e ora accadrà per Telegram.  Dopo i post dedicati alle cancellazioni, come da prassi, Daesh ha cominciato la sua contro propaganda: «Vogliono estinguere la luce di Dio con le loro bocche e Dio rifiuta a meno che la sua luce non sia soddisfatta anche se i miscredenti lo odiano. 

L’attacco cyber della polizia europea ai siti e alle piattaforme di propaganda terroristica è durato giovedì e venerdì: L’attacco è complesso ed è stato pianificato per un anno: nato per affrontare ostacoli imprevisti. L’attacco è la fase finale di una campagna iniziata nel 2015 per cercare di limitare l’impatto della propaganda di Daesh. Non si prevede che l’attacco continuerà perché si tratta di una fugace campagna che dura per giorni e poi termina presto perché è materialmente molto costoso allocare budget e risorse umane per chiudere alcuni account elettronici e incompatibilità delle politiche e attenzione ai problemi interni». E poi hanno chiosato: «Coloro che non credono, spendono i loro soldi per respingere il cammino di Allah. Commento a campagna mediatica Daesh».

Il tutto accompagnato da grafiche che deridono le operazioni Europol on line edite da al Quraysh Media. Infine neon potevano mancare le istruzioni per salvare il materiale Daesh, sia quello di propaganda che i post di rivendicazione su canali Telegram, senza essere intercettati, che sulle nuove piattaforme di Matrix dove sono apparsi i post di A’Maq veicolati da Nashir.

 

Redazione