SIRIA. Nuova tensione Israele-Iran

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Questa settimana si è assistito a un’escalation israeliana contro le forze iraniane in Siria, colpiti punti militari e quartier generali delle milizie nelle province di Deir Al-Zour e Aleppo, distrutti molti magazzini. 

Gli israeliani hanno fatto sapere che, in dichiarazioni ufficiali, continueranno la battaglia contro le milizie iraniane all’interno dei territori siriani fino alla sua completa uscita dal paese, progetto questo appoggiato totalmente dall’America, attraverso il suo inviato speciale in Siria, “James Jeffrey”, e il suo ministro degli Esteri, Mike Pompeo, che ha sottolineato la necessità della completa uscita dell’Iran dalla Siria e non solo la sua parte sudoccidentale. 

Il grande assente in questa escalation è Putin. La Russia infatti non ha rilasciato dichiarazioni in merito. Sono già molti infatti a dire che vi sarebbe un accordo “american -israeliano-russo” sulla rimozione dell’Iran dalla Siria, in particolare dopo che sono state mosse accuse contro Mosca dall’interno del regime di non operare intenzionalmente il sistema di difesa aerea S-300 per respingere gli aerei israeliani.

L’escalation ha visto il suo culmine nella notte tra  il quattro e il cinque maggio, quando uno sciame di aerei da guerra israeliani ha lanciato ampie incursioni nei siti della milizia iraniana situate vicino alla zona “Al-Safira” ad est di Aleppo, vicino all’aeroporto “Kweres” e alla scuola di fanteria. E il Center for Scientific Research, poi ore dopo, i siti della milizia nelle vicinanze delle città di Albukamal e al-Mayadeen nella campagna orientale di Deir Ezzor sul confine siriano-iracheno sono stati sottoposti a attacchi simili, senza che l’esercito israeliano abbia adottato l’operazione di bombardamento o rilasciato una dichiarazione al riguardo.

Il ministro della Difesa israeliano, Naftali Bennett, indica che le operazioni militari effettuate dal suo paese contro le forze iraniane in Siria continueranno fino alla partenza dell’Iran dai territori siriani e il ministro israeliano ha sottolineato, durante un’intervista televisiva martedì scorso, che l’Iran è diventato un peso per il regime di Assad, chiamando Teheran Concentrarsi sugli affari interni e affrontare la crisi causata dallo scoppio del Coronavirus.

Gli Stati Uniti si rallegra dell’escalation israeliana contro l’Iran e James Jeffrey ha dichiarato che il suo paese sostiene le iniziative di Tel Aviv per garantire l’autodifesa, in particolare per quanto riguarda una minaccia esistenziale dall’Iran, mentre il segretario di Stato americano Mike Pompeo ha sottolineato la necessità di ritirare l’Iran Alle sue forze di tutti i territori siriani, ha chiarito che il suo paese aveva informato la Russia e il regime di Assad della necessità che le forze iraniane lasciassero la Siria, non solo il sud-ovest.

Nonostante le pressioni gli iraniani sono ancora in terra di Siria. Avi Dichter, Vice Ministro della Sicurezza, ha sottolineato che l’Iran è ancora presente in Siria, mentre Il ministro degli Affari regionali Tzachi Hanegbi ha indicato che ciò che sta accadendo in Siria è una ridistribuzione delle forze iraniane, non un ritiro.

Va ricordato che l’Iran e le sue milizie sono sparse su vaste aree del territorio siriano, il che richiederebbe all’occupazione israeliana di esercitare uno sforzo e avviare operazioni militari estese per decollare la presenza iraniana, e il personale militare sostiene che i soli attacchi aerei non possono essere una ragione per cacciare l’Iran dalla Siria, specialmente dopo che questa è penetrata nella maggior parte dei governatorati, tra cui Daraa, Damasco, le sue campagne, Homs, Deir Al-Zour, Aleppo e le campagne di Idlib.

Il ricercatore siriano, Abd al-Wahhab Assi, in una intervista a Sirya Cell, ha detto che ritiene che la maggior parte dei siti iraniani presi di mira da Israele siano basi o operazioni militari o centri di produzione o fornitura utilizzati dalle milizie iraniane in Siria, ad esempio i laboratori di difesa di Aleppo sono usati come centro per pianificare operazioni di combattimento e per immagazzinare armi e raccogliere la distribuzione delle forze.

La nuova strategia di Israele nel trattare la presenza dell’Iran in Siria sarà probabilmente basata su diversi elementi, tra cui la formazione di un comando centrale speciale per contrastare le attività dell’Iran, che potrebbe essere in collaborazione con gli Stati Uniti d’America, la formazione di un comando per coordinare le operazioni ed espandere la partecipazione degli aerei Messi

Ricordiamo infine che l’Iran si è aggiudicato l’esplorazione dei pozzi petroliferi in Siria ed è entrata nelle compagnie di comunicazione SyriaTel. 


Lucia Giannini