SIRIA. Manbij: sensibile crocevia militare per turchi, russi, siriani e americani

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La zona della Siria settentrionale, a circa 30 chilometri dal confine turco, si trova in una posizione sensibile sulla mappa del conflitto siriano, è infatti alla confluenza della presenza delle truppe di Russia, Turchia e, ad oggi, Stati Uniti. La situazione a Manbij è complicata da una “road map” sul ritiro, il cui rispetto viene spesso sollecitato agli americani dai  turchi, mentre la Russia ha usato la situazione “no peace and no war” in città per condurre pattugliamenti congiunti con le forze democratiche siriane, Sdf.

Questi pattugliamenti aggiungono una nuova dimensione all’intricata mappa nelle vicinanze di Manbij, dove le forze curde si mescolano con la Coalizione Internazionale per eliminare i resti di Daesh e evitano, fatto principale, che i turchi entrino in città. Il nord e l’ovest della città sono circondati da fazioni siriane sostenute dalla Turchia, riportano fonti social.

Le pattuglie congiunte non sono le prime del loro genere nella regione. Le forze statunitensi hanno rafforzato la stabilità a Manbij dalla sconfitta di di Isis nel 2016 e conducono pattugliamenti congiunti con le forze turche da novembre, nel tentativo di disinnescare le preoccupazioni di sicurezza di Ankara, che minaccia nuove operazioni anti curde.

Il ministero della Difesa siriano ha annunciato nei giorni scorsi che un convoglio di combattenti curdi si era ritirato da Manbij, vicino al territorio controllato dalla Turchia: «Le informazioni indicano che circa 400 combattenti curdi hanno lasciato ManbIj finora», recita il comunicato del ministero aggiungendo che il ritiro è stato fatto «in attuazione di quanto concordato per restituire una vita normale alle aree nel nord della Repubblica araba siriana», riporta Sky News Arabia.

Il ministero ha mostrato video di decine di veicoli su una strada sterrata, che trasportano combattenti armati, alcuni dei quali sventolano la bandiera delle Unità di protezione del popolo, Ypg, guidate dai curdi e dei loro partner nelle unità siriane. Temendo un attacco che la Turchia minaccia di attuare dopo il ritiro degli Stati Uniti dalla Siria, le Unità di protezione del popolo siriano hanno chiesto alle forze governative siriane di schierarsi nell’area intorno a Manbij.

Le forze Ypg o le Sdf non hanno reso noto né il ritiro né il numero di combattenti che potrebbero rimanere a Manbij. La Turchia considera Ypg come un’organizzazione terroristica legata al Pkk, partito dichiarato fuorilegge e ha intrapreso una serie di campagne militari in territorio siriano per “sradicare la minaccia curda”.

Ankara ha poi ripetutamente chiesto il ritiro dei curdi dalla zona alla riva orientale del fiume Eufrate: Ypg ha annunciato di aver ritirato le sue truppe da Manbij e che i combattenti rimasti appartengono a una fazione armata locale alleata con le Forze democratiche siriane.

Luigi Medici