SALUTE. Lotta al Papillomavirus, screening e vaccinazioni da incrementare subito

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Oltre 6.500 nuovi casi di tumore l’anno solo in Italia. A causarli è il Papillomavirus (HPV), l’agente patogeno responsabile dell’infezione sessualmente trasmessa più frequente. L’HPV è inoltre classificato come il secondo “vettore” di cancro nel mondo: può colpire la cervice uterina, ano, vagina, vulva, pene, cavità orale, faringe e laringe.

In occasione della Giornata Internazionale contro l’HPV, è stato lanciato lo spot tv della campagna “Hai prenotato vero?”, voluta da MSD e autorizzata dal Ministero della Salute.

Avviato già nel 2021, grazie a una molteplice pianificazione sui principali Social Media, il progetto si è via via arricchito lo scorso anno, implementando la comunicazione tramite le radio nazionali. E adesso arriva a completamento con i passaggi previsti sui canali Sky, Mediaset e Discovery.

«La campagna – spiegano i promotori – ha quale obiettivo primario la diffusione capillare di corrette informazioni utili a evitare le malattia HPV-correlate. Accanto all’offerta media, è disponibile un portale – www.haiprenotatovero.it – dedicato a raccogliere notizie di facile fruizione sulle patologie innescate dall’HPV e sulle opportunità di difesa disponibili. Tutti contenuti valutati dagli esperti del Ministero della Salute, vale a dire di coloro che hanno autorizzato la stessa campagna».

«Nel 2021 – dice il professor Saverio Cinieri, presidente nazionale dell’AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) – la Commissione Europea ha pubblicato l’Europe’s Beating Cancer Plan. Entro il 2025, il 90% degli Stati dovrà proteggere il 90% delle ragazze e, allo stesso tempo, aumentare in maniera significativa il numero dei ragazzi immunizzati. In più, lo screening cervicale andrà offerto al 90% delle donne eleggibili e sempre il 90% delle pazienti con forme invasive dovrà poter contare su trattamenti e follow-up rapidi in centri ad alta specializzazione».

Il richiamo del presidente Cinieri muove da una considerazione offerta dai risultati al Pap o HPV Test. Nell’arco di un breve periodo – 2019/2021 – invece di compiere passi in avanti, si è tornati drammaticamente indietro. Ciò è testimoniato dal tasso d’adesione all’esame, crollato al 23% nel 2021 quando nel 2019 era – seppur basso – al 39%. La strada verso il 90%, come fissato entro il 2025, è ancora molto lunga. Per annullare il divario e più in generale conseguire l’obiettivo finale «vanno individuati – dice Cinieri – nuovi modelli organizzativi dei programmi di screening regionali e implementati i sistemi informatici di supporto. Pure nelle vaccinazioni siamo passati dal 66% al 32% nelle ragazze di 11 anni e dal 54% al 26% nei ragazzi della stessa età. Bisogna agire velocemente per non fornire terreno fertile all’incremento dei casi in futuro».

«Prevenire i tumori da HPV – commenta Nicoletta Luppi, presidente e amministratrice delegata di MSD Italia – è una grande conquista scientifica. Ma non manca il lavoro in termini di consapevolezza e percezione del rischio che tali malattie possono provocare nella vita delle persone; nello specifico in quella delle giovani donne e dei nostri figli».

Il Covid-19 ha rappresentato lo spartiacque degli ultimi due anni e mezzo, impattando in modo evidente sulla prevenzione primaria e seconda. In tante regioni, infatti, ora ci si è rimboccati le maniche e si è dato impulso all’impegno volto a ristabilire i volumi degli screening nonché le vaccinazioni procrastinati, purtroppo, nella fase più cruenta della pandemia.

Marco Valeriani

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