RUSSIA. Battaglia petro-legale tra Rosneft e Sistema

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Rosneft ha detto, il 13 dicembre, che non vuole il controllo dei beni appartenenti al conglomerato economico Sistema, nonostante abbia ottenuto il congelamento dei beni di Sistema per 5 miliardi dollari. Un tribunale russo ha congelato 1,7 miliardi di dollari di beni su richiesta di Rosneft il 12 dicembre, facendo crollare le azioni di Sistema del 9 per cento il giorno successivo.

Sistema ha perso un quarto del suo valore di mercato da quando è esplosa la battaglia legale all’inizio di maggio. Nel mese di giugno, lo stesso tribunale aveva congelato beni per un valore di oltre 3 miliardi di dollari, parte di una prima causa intentata da Rosneft, riporta Reuters.

La controversia si concentra sulla Bashneft e sui suoi pozzi e vede il Ceo Rosneft, Igor Sechin, stretto alleato del presidente Vladimir Putin, contro Vladimir Yevtushenkov, miliardario che sarebbe vicino al primo ministro Dmitry Medvedev.

Il modo in cui viene combattuta la battaglia, attraverso azioni legali, e l’alto valore dei beni coinvolti, ha riacceso le preoccupazioni circa il clima degli investimenti della Russia e ha sollevato dubbi sulla longa manus del Cremlino nell’affare.

Yevtushenkov era stato posto agli arresti domiciliari nel 2014 per presunto riciclaggio di denaro prima che lo stato rinazionalizzasse Bashneft, dicendo che la sua privatizzazione era stata illegale, facendo cadere tutte le accuse. Nel 2016 Rosneft acquistò dal governo una partecipazione di controllo in Bashneft. In seguito la società sosteneva che Sistema aveva rimosso gli attivi dalla società, cosa che Sistema nega.

Un tribunale ha deciso, ad agosto, che Sistema dovrebbe pagare più di 136 miliardi di rubli a Rosneft in compensazione. Rosneft, poi, ha presentato una seconda causa da 2,2 miliardi di dollari all’inizio di questo mese, e Sistema ha poi controdenunciato Rosneft per circa 5,6 miliardi di dollari.

Putin ha invitato Rosneft e Sistema a risolvere le loro differenze in tribunale, dicendo che questo andrebbe a vantaggio sia delle imprese che dell’economia russa in generale.

Anna Lotti