REGNO UNITO. Sul 5G Londra non è convinta di escludere Huawei

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La tensione della guerra commerciale tra Usa e Cina passa anche attraverso la vicenda Huawei, nome oggi associabile al “grande fratello”di Pechino e alla capillare rete di controllo sociale.

Ad oggi Australia, Nuova Zelanda e Stati Uniti hanno bloccato il gigante delle telecomunicazioni cinese impedendogli di accedere alle loro reti superveloci. Il Regno Unito doveva diventare un altro attore chiave dell’alleanza di intelligence “Five Eyes”, che comprende anche il Canada, per frenare, o addirittura bandire, il gruppo cinese dal lancio del 5G previsto nei prossimi due anni.

Secondo i media britannici, un nuovo studio del National Cyber Security Centre, branca del Gchq, rivelerà che i rischi posti da Huawei possono essere contenuti. In precedenza, il Ncsc aveva criticato i problemi di sicurezza posti dall’azienda, ma oggi sembra aver ammorbidito la sua posizione, riporta Asia Times.

Washington sostiene che Huawei potrebbe utilizzare malware per spiare le reti 5G in altri paesi; accusa negata dalla società cinese. Come riporta The Guardian: «Il National Cyber Security Centre è impegnato nella sicurezza delle reti del Regno Unito, e abbiamo una supervisione e una comprensione unica dell’ingegneria Huawei e della sicurezza informatica (…) Come è stato chiarito nel comitato di supervisione dell’Huawei Cyber Security Evaluation Centre di luglio, l’Ncsc nutre preoccupazioni circa le capacità di ingegneria e sicurezza di Huawei. Abbiamo esposto i miglioramenti che ci aspettiamo dall’azienda. L’ultimo rapporto annuale Hcsec sarà pubblicato nel prossimo futuro», ha aggiunto il Ncsc.

Finora, una serie di operatori di telefonia mobile del Regno Unito, come Vodafone, EE e Three, hanno lavorato con Huawei per sviluppare le loro reti 5G.

L’eccezione è stata Bt, il più grande fornitore di servizi di rete fissa, a banda larga e mobile in Gran Bretagna. Il gruppo ha già annunciato che sta rimuovendo le apparecchiature Huawei dalle sue attuali operazioni 3G e 4G. Bt ha inoltre precisato che non utilizzerà i componenti cinesi nel nucleo centrale della sua rete 5G.

Tuttavia, la decisione finale sarà presa dal governo britannico, che ancora non lo ha fatto. La situazione è diventata ancora più complicata dopo i commenti fatti Alex Younger, il capo dell’MI6, alla conferenza sulla sicurezza di Monaco di Baviera in Germania, secondo cui il divieto di Huawei potrebbe essere prematuro: «Ci sono alcuni punti pratici sul numero di venditori che esistono al momento (…) Non è intrinsecamente auspicabile che abbiamo un fornitore monopolistico di una qualsiasi delle nostre infrastrutture critiche nazionali (…) Dovremmo puntare alla massima diversità come una questione di buone pratiche.

«Dobbiamo adottare un approccio basato su principi e il primo riguarda la qualità. Questo non ha nulla a che fare con il paese d’origine (…) dovremmo insistere sul massimo livello di qualità in qualsiasi forma di piattaforma tecnologica o servizio che scegliamo di utilizzare e in particolare sulla qualità della sicurezza. Non sto fingendo di avere la risposta su Huawei. La situazione è più complessa rispetto ad avere Huawei dentro o fuori» ha aggiunto Young.

Antonio Albanese