POLONIA. Al blocco dei camionisti si uniscono i contadini

136

I contadini in protesta si sono uniti al blocco del confine polacco-ucraino il 27 novembre, intensificando così la protesta che sta contrapponendo Kiev e Varsavia. Gli agricoltori di un gruppo chiamato Oszukana Wies (Campagna ingannata) stanno bloccando 24 ore su 24 il passaggio di frontiera a Medyka, lasciando passare solo il traffico umanitario e militare. Chiedono sussidi per la produzione di mais, accesso a prestiti di liquidità e modifiche favorevoli alle tasse agricole.

I camionisti polacchi protestano invece contro la liberalizzazione delle imprese di trasporto ucraine prevista dall’accordo UE-Ucraina. Chiedono il ripristino dei permessi di trasporto internazionali, che un accordo tra l’UE e l’Ucraina ha abolito a luglio per sostenere l’economia ucraina in mezzo al blocco russo delle rotte commerciali navali del paese, riporta BneIntelliNews.

Le aziende di autotrasporto polacche sostengono che le regole liberalizzate le stanno mettendo fuori mercato, poiché gli ucraini offrono servizi a prezzi più bassi senza aderire agli standard di lavoro dell’UE.

I manifestanti hanno affermato questa settimana che non escludono di intensificare il blocco per coprire tutti gli otto valichi di frontiera polacco-ucraini.

I blocchi hanno portato a un notevole arretrato ai valichi e, accusano gli ucraini, hanno causato ritardi nel trasporto militare e umanitario verso l’Ucraina.

La morte di due conducenti ucraini nella regione di confine ha ulteriormente acuito la tensione, anche se la polizia polacca ha affermato che uno di loro non era collegato ai tempi di attesa prolungati e alle difficili condizioni ai valichi di frontiera.

La Polonia critica anche il sistema elettronico di coda dell’Ucraina che, secondo i camionisti polacchi, viene utilizzato dalla parte ucraina per rallentare la circolazione dei veicoli immatricolati nell’UE e favorire quelli ucraini.

Il contesto politico aggiunge complessità, poiché si prevede che un nuovo governo di coalizione, guidato da Donald Tusk, entrerà in carica solo a metà dicembre; lasciando così la gestione all’uscente governo del PiS. 

La dimensione internazionale della protesta sta emergendo, con le organizzazioni dei trasporti di diversi paesi che sollecitano l’UE a riconsiderare l’attuale accordo con l’Ucraina. L’UE, tuttavia, ha rifiutato di rinegoziare, adducendo vincoli legali. L’Ucraina sostiene che il ripristino del sistema dei permessi avrebbe un impatto sulla sua economia e sullo sforzo bellico.

Il capo dell’Associazione slovacca dei trasportatori, UNAS, Stanislav Skala, ha dichiarato il 28 novembre che bloccherà il principale passaggio di frontiera slovacco-ucraino dal 1° dicembre se entro tale data non verranno prese misure per limitare la concorrenza dei conducenti ucraini.

Le conseguenze economiche del blocco sono notevoli, con la Banca nazionale ucraina che prevede danni per 400 milioni di dollari. Secondo la NBU, il trasporto stradale, che comprende il 35% delle esportazioni ucraine e il 70% delle importazioni, è ora gravemente interrotto.

Il nuovo parlamento polacco discuterà della situazione al confine il 29 novembre. L’UE si occuperà del problema durante il Consiglio europeo del 4 dicembre.

Anna Lotti

Segui i nostri aggiornamenti su Spigolature geopolitiche: https://t.me/agc_NW e sul nostro blog Le Spigolature di AGCNEWS: https://spigolatureagcnews.blogspot.com/