
Le compagnie di trasporto polacche che hanno iniziato il blocco di tre importanti valichi di frontiera con l’Ucraina il 6 novembre affermano che la protesta potrebbe durare fino a gennaio se le loro richieste non verranno soddisfatte.
I manifestanti affermano che le regole liberalizzate dell’UE per le compagnie di trasporto ucraine stanno mettendo fuori mercato gli autotrasportatori polacchi, poiché gli ucraini offrono servizi di cabotaggio e cross-trade a prezzi molto più bassi perché non devono soddisfare i costosi standard di lavoro dell’Ue e pagare gli autisti una frazione dei salari dell’Ue, riporta BneIntelliNews.
Il governo polacco ha affermato, in reazione alla protesta, di aver quasi fermato il traffico commerciale di camion tra la Polonia e l’Ucraina, e che cambiare le regole spetta a Bruxelles, non ai singoli Stati membri.
Il governo PiS, tuttavia, è agli sgoccioli dopo la sconfitta elettorale del mese scorso e ha in gran parte abbandonato la sua retorica combattiva sugli affari europei che aveva ampiamente utilizzato durante la campagna.
Il nuovo governo di centrosinistra non è ancora entrato in carica, ma sta diventando chiaro che i trasportatori, disperati, gli porranno una questione spinosa da affrontare nelle primissime settimane dopo l’entrata in carica. I trasporti rappresentano il 7% del Pil polacco, mentre l’agricoltura il 4%.
Il blocco potrebbe durare fino a gennaio, hanno detto ai media polacchi i camionisti che protestavano. Ai valichi di frontiera lasciano passare solo un camion ogni ora in ciascuna direzione, ad eccezione del trasporto di aiuti umanitari, animali vivi e merci deperibili.
L’ambasciatore ucraino in Polonia Vasyl Zvarych ha dichiarato che la protesta è una “dolorosa pugnalata alle spalle dell’Ucraina, che soffre l’aggressione russa”.
Il nuovo governo polacco si troverà in una posizione precaria nel tentativo di disinnescare la rabbia dei camionisti al confine.
“Agendo con forza contro l’Ucraina, il nuovo governo andrà contro la sua stessa narrativa elettorale, indebolirà la posizione internazionale della Polonia e danneggerà gli interessi economici più ampi della Polonia (…) La Polonia avrebbe dovuto essere uno dei maggiori beneficiari della ricostruzione dell’Ucraina”, riporta Rzeczpospolita.
Anna Lotti