FILIPPINE – Manila- 01/07/2013. Il 30 giugno, le Filippine hanno accusato la Cina di un massiccio riarmo militare nel Mar Cinese Meridionale (o Mar Filippino Occidentale), lanciando l’allarme al forum sulla sicurezza del sud est asiatico.
Nel corso della quarantasettesima riunione dei ministri degli esteri dell’Asean, a Brunei, il ministro filippino Albert Del Rosa ha dichiarato che la crescente militarizzazione della Cina nel Mar Cinese Meridionale è una violazione della “Dichiarazione di comportamento in mare”, che i dieci paesi del blocco e Pechino hanno firmato nel 2002, nell’intento di non causare tensioni nell’area. Il monito del ministro Del Rosa è avvenuto il giorno dopo la notizia riportata sul giornale cinese Quotidiano del popolo, che avvertiva di un attacco inevitabile contro le Filippine se queste avessero continuato a provocare la Cina nel Mar Filippino Occidentale.
Le ostilità tra i due paesi, dovute ai ricchi giacimenti di gas e petrolio nel mare, sono salite rispetto allo scorso anno, a causa dell’aggressività della Cina nel rivendicare la propria supremazia. L’Asean ha cercato di convincere Pechino a unirsi ai colloqui per varare un codice di condotta, proposto quest’anno, per attenuare i contrasti, ma la Cina ha ceduto solo ieri; dopo la riunione dei ministri dell’Asean, il ministro degli esteri cinese Wang Yi ha dichiarato che Pechino ha accettato di tenere consultazioni ufficiali per la definizione del codice di condotta nel mese di settembre.
Sul Quotidiano del popolo si accusavano le Filippine di invitare i capitali stranieri all’esplorazione del gas e del petrolio nel Mar Cinese Meridionale, con la complicità dell’Asean; si parlava di un’intesa con gli Stati Uniti per l’approvazione del codice di condotta; e si accusavano le Filippine di comportamenti senza scrupoli, per aver avviato un arbitrato contro la Cina presso le Nazioni Unite. Il ministro Del Rosario ha risposto a tali accuse definendole irresponsabili e affermando che le Filippine hanno cercato un chiarimento riguardo i diritti marittimi nell’ambito della “Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare” (Unclos) nell’eventualità di arbitrato contro Pechino. Del Rosario ha anche aggiunto che le Filippine non intendono rinunciare alla via diplomatica, che continueranno ad esercitare sforzi per andare avanti e migliorare le relazioni con la Cina, sulla base del rispetto reciproco e dell’uguaglianza. Ma la tutela della sovranità rimane la priorità per il governo di Benigno Aquino, che non può prendere alla leggere la minaccia di un attacco cinese nel Mar Filippino Occidentale e deve rimanere vigile.