PAKISTAN. Rete e droni sul confine afgano

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L’esercito pakistano sta installando una recinzione lungo il confine di 2.600 km con l’Afghanistan e sta creando nuovi forti e avamposti sulle cime delle montagne. I pakistani sperano che il piano di fortificazione che costerà a Islamabad centinaia di milioni di dollari possa prevenire infiltrazioni militanti e stabilizzare entrambi i lati di quello che è stato tradizionalmente un confine aperto con numerosi attraversamenti regolari e irregolari.

VoA riporta che l’Afghanistan si oppone al progetto di chiusura del confine; tradizionalmente Kabul ha contestato la demarcazione coloniale stabilita dagli inglesi nel 1893 e non la riconosce come un confine internazionale. Kabul sostiene che il piano di recinzione aggraverebbe i problemi delle famiglie e delle tribù di etnia pashtun, a cavallo della linea di demarcazione. Islamabad respinge le obiezioni afghane sullo status del confine e insiste sul fatto che ha ereditato la frontiera internazionale quando il Pakistan ha ottenuto l’indipendenza dalla Gran Bretagna nel 1947.

L’esercito pakistano afferma che le operazioni di messa in sicurezza hanno neutralizzato la minaccia dei militanti islamici in quasi tutti le Fata (Federally Administered Tribal Areas) nel Waziristan; la recinzione, per le forze armate è un «cambiamento di paradigma».

Accanto alla recinzione, sono stati inseriti moderni sistemi di sorveglianza, compresi i droni, per garantire il monitoraggio giorno e notte delle frontiere.

Il piano, che dovrebbe essere attuato entro i prossimi due anni, costerà al Pakistan 532 milioni di dollari. Circa 180 dei 750 forti che l’esercito prevede di costruire lungo il confine sono stati completati o sono in costruzione. I militari dicono di aver finora recintato più di 40 chilometri di quello che è considerato come il più critico e vulnerabile confine all’infiltrazione dei militanti.

Presso i due principali valichi di frontiera di Torkham e Chaman sono stati poi introdotti severi controlli di frontiera per registrare l’identità dei valichi giornalieri.

I comandanti militari dell’area ammettono che la recinzione dividerà gli abitanti dei villaggi intorno a Chaman, ma dicono che il governo prevede di trasferire le famiglie pakistane offrendo loro compensazioni finanziarie. Nonostante tutto questo, il paese rimane sotto esame tra le persistenti accuse afghane e statunitensi secondo cui Islamabad sta segretamente aiutando i Talebani e la rete terroristica Haqqqani, fornendo luoghi sicuri sul suolo pakistano per pianificare attacchi contro il governo afghano.

Il Pakistan respinge le accuse e dice che le operazioni di sicurezza sostenute hanno liberato tutte le zone dai militanti sul suo lato del confine. A sua volta, il Pakistan sostiene che i militanti si sono rifugiati in aree afghane non controllate e hanno complottato incursioni transfrontaliere mortali.

Luigi Medici