Kim Jong-un e il fratello maggiore di Pyongyang

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COREA DEL NORD – Pyongyang 23/03/2016. La Corea del Nord ha di fronte un’inaspettata crisi finanziarie visto che la Cina non solo fa rispettare le nuove sanzioni, ma anche quelle più vecchie che aveva ignorato e ne ha aggiunte di nuove.

Così lo shock è stato grande in Corea del Nord quando il 1° marzo le guardie di frontiera cinese non hanno fatto passare le spedizioni di carbone o di minerali, principali fonti di valuta estera e non coperte da sanzioni. La Cina intende così “punire” la sordità nordcoreana sulle richieste di fermare i suoi programmi missilistici e nucleari balistici e di rivolgere la sua attenzione alla crisi economica interna. Il blocco delle esportazioni di minerali dovrebbe durare per molto tempo, forse indeterminato fino a quando le leadership della Corea del Nord mostrerà più rispetto versoil suo “fratello maggiore”, riporta Strategypage.

Per riaversi, Pyongyang potrebbe aumentare la produzione di droghe: oppio, eroina e metanfetamine per l’esportazione allo scopo di ottenere valuta estera; oppure incrementare la contraffazione delle banconote da 100 dollari. Per quanto riguarda le droghe, Pechino stessa ha un grande problema: fino ad ora i farmaci possono essere esportati attraverso la Cina ma non venduto neo suo mercato interno, ma le cose stanno cambiando. E anche la Russia è diventata uno scomodo corridoio verso i ricchi mercati occidentali.

A peggiorare le cose per i leader della Corea del Nord la polizia segreta starebbe segnalando che l’opinione pubblica, monitorata pesantemente, sta dando la colpa della situazione al governo; il classico e vecchio “piove, governo ladro” cui però la dirigenza di Pyongyang non è abituata. Il dato cozza con la imminente campagna per dare la colpa della situazione al resto del mondo.

La nuova classe imprenditoriale, donju, vedrebbe poi le sanzioni come un segno che le industrie per l’esportazione sono un cattivo investimento; questo gruppo di investimento si sta rendendo indispensabile e “non controllabile” pe dil governo centrale nord coreano, anzi accade il contrario. Per non parlare del sempre possibile cambio di dinastia al vertice del paese, tanto il malumore serpeggiante all’interno delle forze amarre nordcoreane. Per cui un cambio di padrone, sarebbe sì una iattura nazionale ,ma potrebbe risolver dil vivre quotidiano delle forze armare e della società nordcoreana in generale.
Tempo duri per Kim Jong-un.