MAR CINESE MERIDIONALE. La Guardia costiera cinese sempre più aggressiva

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La Guardia costiera cinese sta espandendo la sua presenza nei mari della Cina orientale e meridionale, nonché nelle acque vicino a Taiwan, dispiegando navi più grandi e sofisticate poiché funge essenzialmente da estensione della marina cinese. L’incremento riflette l’attenzione del presidente cinese Xi Jinping sulle ambizioni marittime di Pechino.

La Cina ha intensificato l’attività marittima anche vicino alle Senkaku, nel Mar Cinese Orientale. Secondo un funzionario della sicurezza giapponese, a gennaio le navi della Guardia costiera cinese hanno iniziato ad avvisare gli aerei appartenenti alle forze di autodifesa giapponesi presenti nell’area di allontanarsi, riporta Nikkei.

La Guardia costiera cinese ha precedentemente chiesto che la guardia costiera giapponese e le navi delle SDF lascino le acque territoriali del Giappone attraverso le Senkaku. Sembra che ora stia facendo richieste simili anche nello spazio aereo giapponese.

Xi ha visitato l’ufficio di comando della Guardia costiera cinese per il Mar Cinese orientale a novembre scorso e ha sollecitato un rafforzamento delle azioni di applicazione della legge. I suoi commenti potrebbero aver portato la guardia costiera ad ampliare la portata della sua attività.

Le navi governative cinesi sono state rilevate nella zona contigua attorno alle Senkaku per 352 giorni nel 2023, un record per il periodo da quando il Giappone ha nazionalizzato le isole nel 2012. Anche le incursioni nelle acque territoriali giapponesi sono diventate un luogo comune.

Nel frattempo, nel Mar Cinese Meridionale, gran parte dell’attività si è concentrata attorno al Second Thomas Shoal nelle Isole Spratly. Le Filippine controllano la secca e le navi dei due paesi si sono scontrate ripetutamente nella zona fin dall’estate. Le navi della Guardia costiera cinese hanno sparato con idranti anche contro le navi filippine.

Tali mosse avvengono mentre la Guardia costiera cinese sviluppa rapidamente le sue capacità. In un decennio, secondo la Guardia costiera giapponese, ha quasi quadruplicato le sue navi con un dislocamento a pieno carico di 1.000 tonnellate o più, arrivando a 157 nel 2022. Questo è più del doppio del numero gestito dalla sua controparte giapponese.

Si ritiene che anche la Guardia costiera cinese disponga di due navi pattuglia della classe 10.000 tonnellate, alcune delle più grandi al mondo.

Molte delle nuove navi vantano anche capacità avanzate, tra cui una piattaforma per elicotteri, cannoni ad acqua ad alta capacità e cannoni da 20 a 76 millimetri. Si ritiene che una parte trasporti anche droni.

Inoltre la Guardia costiera cinese sta lavorando a stretto contatto con i militari. Nel 2018 l’agenzia è passata sotto il comando delle forze di polizia armate popolari, guidate dalla Commissione militare centrale del Partito comunista.

Sul fronte legislativo, una modifica del 2021 ha designato la Guardia costiera cinese come un’organizzazione para militare e le ha permesso di usare la forza contro le navi straniere ritenute violare la sovranità cinese.

Luigi Medici 

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