Il generale Khaled Al Mahjoub, direttore del dipartimento di orientamento morale dell’esercito nazionale libico (Lna), ha confermato che le dichiarazioni del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, secondo cui aveva inviato mercenari in Libia, indicano l’incapacità della comunità internazionale nel prendere qualsiasi azione, incluso il Consiglio di sicurezza.
Al-Mahjoub ha dichiarato, in una telefonata al primo canale della TV pubblica egiziana, che le dichiarazioni di Erdogan di aver inviato mercenari e vantarsi di ciò indicano l’incapacità della comunità internazionale nel prendere qualsiasi azione, incluso il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che sa che la Libia è sotto embargo e quindi si presume che debba fermare queste azioni; c’è un embargo sulle armi in Libia e ci sono molte decisioni prese al riguardo, l’ultima delle quali è quella presa a Berlino e quello che è successo a Monaco.
Inoltre, Al-Mahjoub ha invitato la comunità internazionale a prendere posizione in merito a questa violazione, specialmente l’Esercito nazionale libico si è impegnato in un cessate il fuoco, dicendo: «Ma non possiamo consentire ciò oltre se l’altra parte sta violando questo accordo e chiedono che noi ci fermiamo o aspettiamo».
«Quando abbiamo risposto alle richieste dei paesi di fermare il fuoco, eravamo vicini al completamento dei chilometri rimanenti a Tripoli … Abbiamo rispettato questo desiderio perché vogliamo chiarire al mondo che non siamo sostenitori della guerra e che cerchiamo di attuare la volontà dei libici, che è di sciogliere le milizie ed eliminare il terrorismo, consegnando le loro armi, e quindi, prevalgono stabilità e sicurezza», ha continuato Al-Mahjoub.
Al-Mahjoub ha sottolineato che la Turchia non si è impegnata e il governo dell’Accordo Nazionale (Gna) sta ancora insistendo nel portare in Libia mercenari e armi.
Da parte sua, l’inviato delle Nazioni Unite in Libia, Ghassan Salamé, ha dichiarato che il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, sarà presente lunedì a Ginevra, per dare seguito ai negoziati che si stanno svolgendo per risolvere da vicino la crisi libica e che il presidente del Gna, Fayez al-Sarraj, sarà anche lui presente lo stesso giorno.
Salamè ha aggiunto, nelle dichiarazioni alla stampa mentre partecipava ai negoziati militari “5 + 5” a Ginevra, che stava ancora conducendo colloqui in sessioni separate con i rappresentanti del Gna e dell’Esercito nazionale libico.
Per quanto riguarda i negoziati sul percorso politico a Ginevra il prossimo mercoledì, Salamè ha detto: «Siamo decisamente fermi a lanciare il processo politico nel modo in cui abbiamo lanciato i percorsi economico e militare».
In più, Salamè ha affermato che le condizioni dell’esercito libico per confermare il cessate il fuoco sono “ragionevoli, e anche l’altra parte lo vede, ma la domanda è quando e qual è il contrario, quindi si tratta di negoziazione».
Marwa Mohammed
Corrispondente dal Cairo