LIBIA – Tripoli. 15/0/14. La Libia sta valutando un dispiegamento di forza internazionale per ristabilire la sicurezza dopo l’ondata di violenza a Tripoli che ha visto decine di missili distruggere la maggior parte della flotta di aerei civili fermi al suo aeroporto internazionale.
«Il governo sta esaminando la possibilità di fare un appello alle forze internazionali per ristabilire la sicurezza e aiutare il governo a imporre la sua autorità», a dirlo un portavoce del governo, Ahmed Lamine. Almeno due soldati sono stati uccisi e un certo numero di aerei sono stati danneggiati quando una milizia ha bombardato l’aeroporto ieri. Secondo un soldato libico, Abdel Rahman: «Molti aerei e automobili appartenenti a cittadini sono stati colpiti», fonte reuters. Colpita anche una sala per i controlli doganali. Da ieri la «Libia ha sospeso tutti i voli da e per la sua terza città, Misurata, che è legata all’aeroporto di Tripoli per le sue operazioni, mentre l’aeroporto di Bengasi è stato chiuso da maggio». Una fonte dell’aeroporto della capitale ha detto alla AFP che la decisione di chiudere l’aeroporto di Misurata è stata presa per “motivi tecnici”. «La sede per l’intera regione occidentale è presso l’aeroporto di Tripoli, e dopo la sua chiusura, l’aeroporto di Misurata deve chiudere», ha detto il funzionario, parlando in condizione di anonimato. «La Libia è ormai praticamente tagliata fuori dal mondo esterno» una fonte presso l’aeroporto di Tripoli ha detto all’AFP. Solo due aeroporti piccoli ora operano a Bayda e Tobruk nell’est del paese. Decine di razzi sono stati sparati contro l’aeroporto di tripoli ha detto Al-Jilani al-Dahech, un funzionario della sicurezza che ha assistito al bombardamento, all’ AFP, mentre un’altra fonte ha detto che un aereo ha preso un colpo diretto. I principali vettori della Libia Afriqiyah Airways e Libyan Airlines sono stati danneggiati nei combattimenti» I combattimenti a Tripoli sono aumentati Domenica, quando sono scoppiati gli scontri tra i gruppi di militanti islamici e le milizie della città sud-occidentale di Zintan. Alla radice della recente faida si trovano le elezioni generali di giugno, segnata da accuse reciproche tra i leader degli schieramenti. Fonti mediche hanno detto a Reuters che almeno sei persone sono state uccise e 25 i feriti a Bengasi, negli scontri tra forze di sicurezza e clan rivali. La situazione della sicurezza è così tesa che la missione Onu nel paese ha annunciato la chiusura temporanea delle sue attività. Vicini della Libia, Algeria, Ciad, Egitto, Niger, Sudan e Tunisia ha fatto un appello al dialogo ieri, esortandolo a istituire commissioni gemelle per fermare l’ondata di sangue e ulteriori escalation di violenza nella regione confinante.