LIBANO. Beirut ha un nuovo governo…

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Un nuovo governo è stato annunciato in Libano a più di un anno da quando la precedente amministrazione ha lasciato dopo la devastante esplosione del porto di Beirut.

Come riporta la BBC, Najib Mikati, l’uomo più ricco del Libano, stava cercando di formare un governo da luglio, oggi ha annunciato di aver trovato l’intesa per formare una coalizione.

Le pressioni dalla Francia hanno aiutato il sunnita Najib Mikati, imprenditore plurimilionario delle telecomunicazioni, ad ottenere il via libera dal presidente Michel Aoun, cristiano maronita, e da Nabih Berri, il presidente del parlamento che rappresenta gli sciiti.

Najib Mikati, l’uomo più ricco del Libano, diventa primo ministro, una posizione che ha già ricoperto due volte.

La sua nomina, insieme alla nomina di un nuovo gabinetto, mette fine a mesi di paralisi politica. I nomi dei ministri ci sono, Hezbollah ne ha ottenuti due.

Ed è ai leader del movimento sciita filo-iraniano, la cui ala militare è inserita nella lista europea della organizzazioni terroristiche, che sembra parlare Mikati quando chiede di evitare le divisioni interne: «Non posso andare a chiedere aiuto al Fondo Monetario Internazionale e poi tornare qui ed essere accolto dall’opposizione a qualunque svolta o riforma».

Il delicato sistema settario libanese di condivisione del potere ha ostacolato ripetuti tentativi di formare un governo sulla scia delle dimissioni di Hassan Diab.

La nomina del nuovo Governo arriva mentre il Libano è alle prese con alcune delle più gravi crisi interne che ha affrontato nella sua storia: il valore della moneta è crollato, la disoccupazione e l’inflazione sono aumentate, l’elettricità, il carburante e le medicine scarseggiano, e il paese è stato scosso da quasi due anni di proteste che chiedevano riforme politiche all’ingrosso.

In due anni di crisi finanziaria e in tredici mesi senza governo, quelli che la burocrazia della miseria definisce «poveri multidimensionali» sono raddoppiati (dal 42% all’82% secondo le Nazioni Unite). Vuol dire che dal 2019 ad adesso queste persone sono state private di almeno una «dimensione» minima che rende la vita tollerabile: elettricità, un tetto sopra la testa, le cure sanitarie.

L’avvento di un nuovo gabinetto, che dovrebbe comprendere tecnocrati approvati dai partiti rivali, probabilmente aprirà la strada ai colloqui con il Fondo Monetario Internazionale per un pacchetto di salvataggio.

Salvatore Nicoletta