
Il 14 ottobre, durante la sua 49ª sessione ordinaria, il Consiglio dei Ministri etiope ha approvato il regolamento che istituisce la Commissione Etiope per l’Energia Nucleare. Il Primo Ministro Abiy Ahmed Ali ha nominato il suo Capo di Gabinetto, Sandokan Debbebe, nuovo Commissario della neo-istituita Commissione per l’Energia Nucleare. Riportando le dichiarazioni ufficiali del Primo Ministro etiope, la Commissione ha il compito di coordinare lo sviluppo del piano per l’uso pacifico della tecnologia in Etiopia. “Secondo il Consiglio, il suo mandato include anche la supervisione dell’applicazione della scienza nucleare in settori chiave come la produzione di energia elettrica, lo sviluppo industriale, la sicurezza alimentare, l’assistenza sanitaria e la ricerca e l’innovazione scientifica” così alcuni media locali hanno descritto anche la funzione di controllo e supervisione che sarebbe stata assegnata alla Commissione stessa da Abiy Ahmed Ali.
La nomina del Commissario segue l’annuncio del governo etiope, avvenuto a metà settembre, di un programma nucleare volto a costruire due reattori da circa 1.200 megawatt ciascuno entro l’inizio del prossimo decennio. Il chiaro obiettivo strategico del progetto mira a ridurre la dipendenza dell’Etiopia dall’energia idroelettrica, che attualmente rappresenta oltre il 90% della fornitura di elettricità, e a soddisfare la crescente domanda di energia derivante dall’urbanizzazione e dall’industrializzazione. Sul piano regionale possiamo ricollegare l’avvio di questo progetto con un trend che si sta delineando ormai da tempo in alcuni Paesi africani. Da anni, per esempio, l’Egitto ha avviato una cooperazione con Mosca per la costruzione di una centrale nucleare a El-Dabaa.
La stampa specializzata che segue le trattative russo-egiziane ha riportato: “Il programma si basa su un accordo tra il Cairo e Mosca entrato in vigore nel dicembre 2017. Il progetto prevede la costruzione di quattro reattori, ciascuno con una capacità di 1.200 megawatt, per un costo totale di 28,75 miliardi di dollari.La Russia finanzia circa 25 miliardi di dollari, ovvero l’85% del budget, attraverso un prestito di rimborso della durata di 22 anni. L’Egitto si fa carico del restante 15% sotto forma di rate. Atomstroyexport è l’appaltatore generale russo del progetto, mentre l’Autorità egiziana per le centrali nucleari ne supervisiona la costruzione.”
Anche il Niger ha preceduto l’Etiopia nel siglare un partenariato per un centrale nucleare insieme alla Russia sul proprio suolo nazionale. Il Niger vuole costruire due reattori nucleari da 2.000 megawatt in collaborazione con la società nucleare statale russa Rosatom, ricordiamo che nel 2024 la World Nuclear Association il Niger era all’ottavo posto come Paese produttore di uranio. Secondo alcuni giornali locali, oltre ai Paesi sopracitati, anche Ghana, Algeria, Kenya, Morocco, Nigeria, Rwanda e Sudan successivamente al Global Atomic Forum tenuto a Mosca a settembre 2025 avrebbero espresso il forte interesse nell’avviare cooperazioni bilaterali con la Russia per la costruzione di eventuali nuove centrali nucleari.
Gabriele Leone
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