ISIS rapisce 40 indiani

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IRAQ – Mosul 19/06/2014. Quaranta operai indiani, che lavoravano per una società di costruzioni turca vicino a Mosul, sono stati rapiti il 18 giugno.

Ne ha dato l’annuncio il ministero degli Esteri indiano. Syed Akbaruddin, portavoce del ministero, ha detto che non c’er a stato ancora nessun contatto con i rapitori ne si era parlato di riscatto. Per quanto riguarda l’origine dei rapiti, Akbaruddin ha detto provenivano dagli Stati indiani del nord,come il Punjab, e lavoravano per la società di costruzioni Tariq Noor al-Huda. Ci sono circa 10mila cittadini indiani che lavorano e risiedono in Iraq, circa 100 sono presenti nelle zone a rischio ha detto Akbaruddin. Tra di essi, 46 infermieri indiani che lavorano a Tikrit, ma Akbaruddin ha detto che le organizzazioni umanitarie erano in contatto con loro ed erano tutti al sicuro, aggiungendo che tutti erano stai invitati a non mettersi in viaggio. Nella stessa giornata l’India ha inviato un diplomatico a Baghdad e prevede di riportare indietro alcuni cittadini il 20 giugno. Il rapimento di lavoratori stranieri fornisce tre vantaggi, riporta global guerrillas: 1. Finanziamenti, attraverso il riscatto, e pressione sulla società di costruzioni turca per recedere dal contratto in Iraq. 2. Pressione sui governi di origine dei lavoratori. Alla fine, questi governi sono costretti a impedire a tutti i cittadini di recarsi in Iraq. 3. Far salire i costi e rallentare il lavoro. I costi della mano d’opera, in caso di rischio di rapimento, raddoppiano per le imprese che operano in Iraq, a causa della maggiore richiesta di sicurezza necessaria per operare lì e per il rallentamento delle operazioni. Dato che l’insurrezione si diffonde verso Baghdad, questo tipo di attività rischia di far fallire la già zoppicante economia irachena.