IRAN. Moneta unica per la SCO per battere le sanzioni americane

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L’Iran ha proposto che l’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai, Sco, introduca una nuova moneta unica per i suoi nove Stati membri che insieme rappresentano quasi un terzo della produzione globale. La proposta è stata rivelata la scorsa settimana da Mehdi Safari, vice ministro degli Esteri iraniano per la diplomazia economica, secondo quanto riportato da Fars. Safari ha affermato che l’uso di una moneta unica da parte degli Stati membri della SCO «li aiuterebbe a risolvere i problemi che incontrano nel commercio».

Questo sviluppo, riporta AF, rappresenta un passo avanti rispetto alle precedenti discussioni del gruppo sul regolamento degli scambi commerciali in valute locali, nell’ottica di contrastare l’egemonia del dollaro statunitense. La proposta giunge mentre le ampie sanzioni imposte alla Russia dai Paesi occidentali per l’invasione dell’Ucraina complicano gli accordi commerciali per le nazioni che si oppongono alle sanzioni.

Stando a Sputnik, «la proposta segue uno sforzo iniziato nel settembre 2021 per passare gradualmente a regolamenti reciproci nelle valute nazionali come parte dello sviluppo della cooperazione finanziaria dei membri della Sco e come baluardo contro le sanzioni statunitensi». Sia l’Iran che la Russia sono stati duramente colpiti dalle sanzioni imposte da Washington, mentre il presidente cinese Xi Jinping ha dichiarato a fine aprile di opporsi a sanzioni unilaterali come quelle imposte alla Russia. I nove membri della Sco comprendono Cina, Russia, India, Pakistan e quattro nazioni dell’Asia centrale. L’Iran ha aderito al blocco a settembre 2021.

Secondo Sputnik, il ministro iraniano dovrebbe sollevare la questione al prossimo vertice Sco di settembre, ospitato dall’Uzbekistan. L’Iran ha avanzato per la prima volta la proposta in una lettera inviata alla Sco quasi due mesi fa, ha dichiarato l’agenzia di stampa iraniana, citando Safari. La Cina e la Russia sono tra i membri della Sco più “vulnerabili” alle sanzioni, date le «relazioni politiche ostili tra loro e gli Stati Uniti in questo momento», secondo Global Times.

«Estendendo le transazioni in valuta locale, i Paesi della Sco ridurrebbero il rischio di essere puniti dagli Stati Uniti con mezzi finanziari, come il congelamento dei beni in dollari coinvolti nel commercio dei Paesi della Sco», afferma il tabloid del Giornale del Popolo, quotidiano per partito Comunista cinese.

Secondo una stima, i Paesi della Sco perdono circa 10-20 miliardi di dollari all’anno solo per le spese di transazione e conversione quando utilizzano gateway di pagamento esterni. Nelle precedenti riunioni della Sco è stato proposto che i gateway di pagamento dei Paesi membri, come UnionPay (Cina), RazorPay (Russia), RuPay (India) ecc. debbano essere privilegiati rispetto alle loro controparti occidentali, come Mastercard e Visa, riporta Cgtn.

Antonio Albanese