FILIPPINE. Duterte non ha chiesto aiuto agli USA

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Il presidente filippino Rodrigo Duterte ha negato di aver chiesto agli americani di aiutare le forze armate di Manila nel contrastare Daesh a Mindanao. «Non ho mai contattato l’America (…) Non lo ho fatto, non ho fatto un appello» agli Stati Uniti, ha detto Duterte ai giornalisti in una conferenza stampa a Cagayan de Oro, a circa 100 chilometri dalla città assediata di Marawi l’11 giugno scorso.

Duterte ha iniziato a distaccarsi dagli Usa dopo le pesanti critiche per la sua sanguinosa campagna anti-droga. La guerra contro la droga del presidente è stata criticata anche da altri paesi e da organismi internazionali. Come si ricorderà, infatti Duterte aveva promesso, durante la campagna elettorale, di sradicare il commercio illegale di droga nelle Filippine e anche di espellere gli addestratori e i consulenti militari statunitensi dal paese, riporta Press Tv.

L’esercito filippino aveva annunciato il 10 giugno che le forze americane avevano fornito sì assistenza tecnica, ma non avevano partecipato alle operazioni. 

Al momento non è ancora chiaro se i militari hanno cercato l’aiuto degli Stati Uniti senza consultare Duterte. «Non sapevo nemmeno che il governo americano avesse fornito supporto tecnico alle nostre truppe», ha esclamato il presidente che poi, ha riconosciuto che gli ufficiali filippini essendo stati addestrati negli Stati Uniti, sono sensibili all’influenza statunitense: «I nostri soldati sono filo-americani» ha ammesso Duterte.

D’altra parte, l’ambasciata americana a Manila ha affermato che il governo delle Filippine aveva richiesto un aiuto.

Il 12 giugno, Giorno dell’Indipendenza, festa nazionale filippina, si sono sentite una serie di esplosioni a Marawi, da dove quasi tutta la popolazione è fuggita: si tratta di circa 200 mila persone. L’occupazione di Marawi da parte dello Stato Islamico fa parte di un piano già più ampio per stabilire una base a Mindanao, secondo Duterte che, si ricorderà, ha dichiarato la legge marziale a Mindanao. Le forze armate filippine stanno combattendo per sconfiggere gli uomini di Daesh che hanno usato ostaggi e gallerie preesistenti a prova di bomba per consolidare le loro posizioni.

«Come sapete l’obiettivo era quello di liberare Marawi oggi, 12 giugno, ma (…) si può vedere quanto sia complesso il problema e quanti nuovi sviluppi ci siano stati» ha detto a Manila il ministro degli Esteri Alan Peter Cayetano. L’11 giugno, il capo militare della regione, generale Carlito Galvez, ha detto in conferenza stampa che la lotta sarebbe stata «più difficile, mortale, sanguinosa e ci vorranno giorni e mesi per risolverla». Inoltre, il ministro della Difesa Delfin Lorenzana ha detto che lo stesso Califfo, al Baghdadi, avrebbe incitato i militanti locali a creare una base nell’area occupando Marawi.

Lucia Giannini