Il Procuratore della Sicurezza di Stato egiziano ha rinnovato per la decima volta la detenzione dell’avvocato per i diritti umani Mohamed Al-Baqer, famoso avvocato dei diritti umani, è scomparso il 29 settembre 2019 dopo aver partecipato a un’indagine sul suo cliente, Alaa Abdul Fattah, noto blogger egiziano travolto nell’ambito delle proteste di settembre dello scorso anno.
Al-Baqer fornisce assistenza legale ai prigionieri politici ed è il direttore del Centro Adalah per i diritti e le libertà, riporta Memo. Anche se la detenzione preventiva dovrebbe essere usata solo in caso di emergenza, l’Egitto l’ha adottata come misura punitiva e di ritorsione contro i percepiti oppositori.
L’anno scorso gli egiziani sono scesi in strada per protestare contro il regime dopo che era un uscito l’ennesimo scandalo legato alla corruzione di enti governativi: circa 4.000 persone sono state arrestate nel corso di poche settimane, tra cui diversi avvocati.
Tra gli avvocati, difensori dei diritti umani, ci sono: Mahienour El-Massry, arrestata mentre assisteva alle indagini sui suoi clienti, arrestati durante le proteste di settembre 2019; Mohamed Younes scomparso a settembre; a ottobre Amr Iman arrestato a casa sua dopo aver annunciato che avrebbe iniziato uno sciopero della fame in solidarietà con Al-Baqer e Younes. L’avvocato Ezzat Ghoneim, direttore del Coordinamento egiziano per i diritti e le libertà, è detenuto dal 4 settembre 2018, così come Hoda Abdelmoneim è stato arrestato il 1° novembre 2018.
Nel dicembre 2019 l’Ordine degli Avvocati si è detto «preoccupato per l’arresto e la scomparsa forzata di Mohamed El-Baqer, arrestato presso la sede del Procuratore della Sicurezza di Stato il 29 settembre 2019. Detenuto in custodia cautelare nell’ala di massima sicurezza 2 del carcere di Tora, gli sono stati negati incontri privati con il suo avvocato e ha subito maltrattamenti. Per i primi nove giorni di detenzione Mohamed El-Baqer si è visto negare il diritto di avere vestiti puliti, di avere accesso ad acqua pulita o di farsi una doccia.
Dall’11 dicembre 2019, non gli è stato ancora permesso di ricevere libri o lettere, di usare la biblioteca della prigione, di pregare nella moschea della prigione, o di fare esercizio all’aperto, e continua a essere tenuto in una piccola cella poco ventilata che non riceve la luce del sole», scrive l’Ordine degli Avvocati egiziano.
Questi arresti toccano anche l’Italia: l’avvocato della famiglia di Giulio Regeni e co-fondatore dell’Associazione delle famiglie degli scomparsi in Egitto, Ibrahim Metwally Hegazy è detenuto dal 10 settembre 2017.
Il 5 novembre 2019, la Procura di Sicurezza dello Stato del Cairo ha ordinato il rinnovo della detenzione preventiva dell’avvocato per i diritti umani Ibrahim Metwally Hegazy con l’accusa di «appartenenza a un’organizzazione illegale» e «finanziamento di un gruppo terroristico».
Ibrahim Metwally Hegazy è in detenzione preventiva dal suo arresto, avvenuto il 10 settembre 2017, periodo che supera il periodo legale di detenzione preventiva previsto dalla legge egiziana. La procura di sicurezza dello Stato aveva ordinato il suo rilascio il 14 ottobre 2019, ma la Sicurezza nazionale egiziana non ha approvato l’ordine e l’avvocato è rimasto in detenzione.
Tommaso dal Passo