CINA. Navi cinesi e americane si confrontano nel Mar Cinese Meridionale

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Pechino ha inviato le sue navi da guerra e oltre ad aerei da caccia in direzione di un cacciatorpediniere statunitense che navigava troppo vicino ad un’isola nell’oramai controverso Mar Cinese Meridionale. La Cina ha definito il passaggio della nave Usa una grave provocazione che potrebbe ledere i legami bilaterali.

L’ultima manovra nel quadro dell’operazione Usa “Libertà di navigazione” è arrivata pochi giorni prima che i leader dei due paesi si incontrino in occasione del vertice G20 in Germania.

Secondo il Ministero della Difesa cinese, lo USS Stethem, cacciatorpediniere lanciamissili, è entrato “non autorizzato” nelle acque territoriali cinesi vicino alle isole Paracel, il 2 luglio. In risposta, la Cina ha spedito tre navi da guerra, tra cui le fregate missilistiche Luoyang e Suqian e due jet da combattimento J-11B, riporta il South China Morning Post.

Gli USA hanno «danneggiato seriamente la fiducia strategica tra la Cina e gli Stati Uniti, hanno sabotato l’atmosfera di consenso politico per una migliore relazione militare, hanno messo in pericolo la sicurezza degli ufficiali e dei soldati in prima linea e hanno minato la pace e la stabilità nella regione», ha fatto sapere il ministero degli Esteri cinese.

Secondo il Pentagono, lo Uss Stethem è passato a meno di 12 miglia nautiche, circa 22 km, dall’isola di Triton, che è anche rivendicata da Taiwan e Vietnam,.

È stata la seconda mossa dell’operazione Libertà di navigazione che l’esercito statunitense ha svolto fin dal momento in cui il presidente degli Stati Uniti Donald Trump è entrato in carica nel gennaio scorso. Alla fine di maggio, una nave da guerra americana ha navigato entro le 12 miglia nautiche da Mischief Reef, che fa parte delle Isole Spratly e che è anche contesa dalla Cina.

Trump dovrà incontrare il presidente cinese Xi Jinping a margine del vertice del G20 ad Amburgo. In una dichiarazione del 3 luglio, il ministero degli Esteri di Pechino ha denunciato la manovra come una «provocazione politica e militare grave (…) La Cina sollecita fortemente gli Stati Uniti a fermare immediatamente queste operazioni di provocazione che violano seriamente la sovranità della Cina e minacciano la sua sicurezza», riporta Xinhua.

Pechino intende prendere tutte le misure necessarie per difendere la propria sovranità e sicurezza; l’amministrazione di Trump dal canto suo aveva messo in guardia ripetutamente la Cina per le sue costruzioni militari su una serie di isole artificiali in queste acque controverse.

Le nuove immagini satellitari mostrano rifugi missilistici e strutture di radar e di comunicazione in costruzione su Fiery Cross, Mischief e Subi nelle Spratlys, secondo l’Asia Maritime Transparency Initiative.

Luigi Medici