
Tra i leitmotiv del conflitto russo – ucraino la mancanza di munizioni per combattere. Mancanza che viene solitamente calcolata in base alle capacità produttive delle singole aziende produttrici. Ma a quanto pare questi dati non sono sempre veritieri, un caso tra tutti la Bulgaria che ha aumentato del 200% la vendita delle armi e si scopre che è in grado di fornire munizioni da 155 mm.
Le autorità bulgare negano di vendere armi all’Ucraina attraverso paesi terzi ma vengono smentiti dai media e dai bilanci aziendali. A quanto pare tra i maggiori fornitori di munizioni di artiglieria da 155 mm di fondamentale importanza per le forze armate dell’Ucraina ci sarebbero appunto i bulgari
Prima che il governo filoeuropeo salisse al potere a Sofia nel giugno di quest’anno, l’ex leadership della Bulgaria ha riferito ripetutamente che lo stato non avrebbe aderito alla produzione di proiettili da 155 mm per l’Ucraina. L’ex ministro dell’Economia della Bulgaria, Nikola Stoyanov, aveva sostenuto a marzo che il paese non ha la capacità di produrli, a meno che non si possa provare a stabilire la produzione solo “su base sperimentale”.
Tuttavia, secondo i documenti recentemente pubblicati nel Federal Procurement System degli Stati Uniti, è emerso che la Bulgaria ha prodotto e fornito proiettili da 155 mm agli Stati Uniti almeno da gennaio 2023. A gennaio, il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha annunciato che Northrop Grumman e Global Military Products avrebbero gareggiato per 552 milioni di dollari di ordini per munizioni da 155 mm fino al 2027. Documenti recentemente pubblicati dalla Fps hanno dimostrato che la maggior parte delle fondi – 402 milioni di dollari – sono già stati assegnati a Global Military Products. Nei documenti trapelati è anche indicato il paese da cui provengono le munizioni: la Bulgaria.
Pertanto, nonostante tutte le motivazioni addotte dai politici bulgari , si è scoperto che la Bulgaria ha grandi capacità produttive per la fabbricazione di proiettili da 155 mm. E con un contratto da 402 milioni di dollari, gli Usa possono acquistarne fino a 800.000 a 500 dollari al pezzo.
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Anna Lotti