EMIRATI ARABI UNITI. Accordi con la Turchia per oltre 50 miliardi di dollari

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Il nuovo governo Erdogan è ancora alle prese con la gestione della sua inflazione e con le esigenze dei finanziatori internazionali: la Banca Centrale Turca ha alzato il tasso di sconto al 17,5% “La Banca centrale della Repubblica di Turchia ha alzato oggi il suo tasso di riferimento, in linea con il suo impegno di un ulteriore inasprimento per frenare l’inflazione. Di conseguenza, la banca ha aumentato il proprio tasso di sconto di 250 punti base dal 15% al ​​17,5%” si legge nella nota della Banca Centrale. 

Le promesse di Erdogan in campagna elettorale e ancora ribadite subito dopo l’elezione stanno lentamente lasciando il posto alla cruda realtà: la Turchia ha grossi problemi finanziari. E se internamente l’inflazione va a colpire le fasce più deboli e allontana gli investimenti, il presidente turco  è volato nel Golfo Persico  e anche gli Emirati Arabi Uniti per stringere nuovo accordi. 

Si apprende dai media infatti che la Turchia e gli Emirati Arabi Uniti hanno firmato accordi per un valore di 50,7 miliardi di dollari. È successo durante la visita del presidente turco Recep Tayyip Erdogan ad Abu Dhabi, dove, per l’appunto sono stati firmati 13 accordi tra la Turchia e gli Emirati Arabi Uniti per un valore di 50,7 miliardi di dollari.

Questi accordi riguardano settori quali energia, intelligenza artificiale, tecnologie avanzate, industria della difesa, trasporti, logistica, infrastrutture, edilizia, immobiliare, e-commerce, finanza, sanità, alimentazione, turismo.

L’Abu Dhabi Sovereign Wealth Fund – ADQ ha dichiarato di aver firmato un memorandum d’intesa per finanziare circa 8,5 miliardi di dollari di obbligazioni turche per i soccorsi in caso di terremoto.  Ricordiamo che la Turchia ha stimato l’arrivo di un nuovo terremoto che potrebbe essere devastante come il precedente e questa volta colpire aree immediatamente adiacenti a Istanbul. 

Secondo il memorandum tra la Export Credit Bank of Turkey e ADQ, saranno finanziate linee di credito fino a 3 miliardi di dollari per sostenere le esportazioni turche, adesso la Turchia può costruire le infrastrutture necessarie per diventare oltre che un hub del gas anche un hub dei cereali magari vendendo il grano russo.

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Lucia Giannini