BOLIVIA. Morales: “I golpisti vogliono imbavagliarmi”

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Evo Morales: «I golpisti vogliono mettermi fuorilegge e zittirmi». Il leader boliviano ha ricordato che non vi sono impedimenti legali alla sua possibile candidatura per un incarico politico in Bolivia, il 31 gennaio. 

L’ex presidente boliviano Evo Morales ha dichiarato che gli attori del colpo di stato nel suo paese temono la sua nomina a senatore o deputato, e cercano di metterlo fuorilegge o zittirlo di fronte alle nuove elezioni che si terranno il 3 maggio prossimo.

«In primo luogo, gli organizzatori del colpo di stato hanno paura della mia candidatura alla presidenza. Ora temono che io venga nominato deputato o senatore. Legalmente, nulla mi impedisce di essere un candidato, ma le anime del colpo di stato vogliono mettermi fuori legge e zittirmi, non ci riusciranno», ha detto Morales, attraverso il suo account Twitter. Morales che è un rifugiato politico in Argentina, ha da tempo chiesto di poter partecipare alle elezioni, ottenendo un mandato di cattura dalle autorità ad interim colombiane.

Morales ha comunque ricordato che non vi sono impedimenti legali alla sua candidatura alla carica politica e ha affermato che non saranno in grado di impedirne la partecipazione.

Il leader indigeno boliviano ha presentato le sue dimissioni dalla presidenza il 10 novembre, nel mezzo di quello che ha denunciato come colpo di stato. 

A quel punto, l’opposizione ha avviato una serie di manifestazioni, che hanno avuto risvolti violenti, e scioperi per respingere i risultati delle elezioni che in ottobre avevano dato a Morales la vittoria e gli avrebbero consentito di esercitare un quarto mandato presidenziale; i dubbi sulla legittimità di tale elezioni erano diffusi a livello internazionale ma ancora non pienamente provati.  

Dopo che Morales è fuggito e che lagna parte della sua amministrazione si è liquefatta, il governo ad interim, guidato dall’autoproclamata presidente Jeanine Áñez, ha indetto nuove consultazioni politiche e avviato una serie di azioni giudiziarie contro funzionari del precedente governo e il leader del Movimento al socialismo, Mas, definite da questi una persecuzione politica.

Lucia Giannini