AUSTRALIA. Canberra potrebbe tornare ai sommergibili francesi: AUKUS vacilla 

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I piani per i nuovi sottomarini australiani stanno slittando a causa dei vecchi sottomarini di classe Collins e delle incertezze dell’AUKUS. Stando a Naval News, il governo australiano ha designato il programma di supporto per sottomarini convenzionali di classe Collins come “prodotto di preoccupazione”, in seguito a una raccomandazione di Defense Australia per migliorare la supervisione ministeriale di questa capacità critica.

Questo annuncio sottolinea le sfide strategiche ed economiche affrontate nell’estendere la vita operativa di questi sottomarini oltre il loro progetto originale. Menziona che il governo Albanese si è impegnato a investire 4-5 miliardi di dollari australiani nel prossimo decennio per garantire che la classe Collins rimanga efficace fino al suo ritiro pianificato negli anni ’30, prosegue Naval News.

Naval News rileva che questo sforzo include un nuovo contratto di mantenimento da 2,2 miliardi di dollari australiani con l’Australian Shipbuilding Company, firmato a giugno 2024. Questo contratto sostituisce il precedente, che includeva un dividendo di efficienza di 120 milioni di dollari australiani sotto il precedente governo di coalizione.

La rivista menziona che la classe Collins ha riscontrato problemi significativi, tra cui livelli di corrosione senza precedenti, che richiedono misure di bonifica complete. Afferma che la designazione di prodotto di interesse mira ad affrontare queste sfide attraverso una supervisione rafforzata e un vertice pianificato all’inizio del 2025; afferma che questa iniziativa fa parte di uno sforzo più ampio per mantenere la sicurezza marittima dell’Australia e garantire che non vi siano lacune di capacità fino al completamento della transizione verso sottomarini nucleari armati in modo convenzionale.

Sottolineando la gravità del problema, Australian Broadcasting Corporation News ha riferito a novembre 2024 che la Royal Australian Navy sta affrontando una significativa sfida operativa. Il rapporto afferma che la marina attualmente ha solo un sottomarino completamente operativo dalla sua flotta di sei navi di classe Collins.

Secondo ABC News, questa situazione si verifica a causa di riparazioni urgenti e aggiornamenti programmati richiesti per una flotta obsoleta, che è stata afflitta da una corrosione dello scafo senza precedenti; inoltre, tre sottomarini si trovano nella base navale di Garden Island nell’Australia Occidentale, con almeno uno in attesa di certificazione per tornare in servizio. Nonostante queste sfide, ABC News sostiene che Defense Australia può soddisfare i livelli di disponibilità operativa diretti dal governo, sebbene le posizioni precise e le disponibilità di specifici sottomarini rimangano riservate per motivi di sicurezza.

Mentre l’Australia potrebbe sperare di acquisire sottomarini d’attacco nucleare (SSN) nell’ambito del quadro AUKUS per ripristinare le sue capacità di guerra subacquea, tale prospettiva si trova di fronte a un futuro incerto. Le ambizioni AUKUS affrontano sfide significative a causa di una debole base di produzione statunitense, incertezze da una seconda amministrazione Trump e riluttanza a condividere la tecnologia nucleare.

Un recente rapporto del Congressional Research Service (CRS) degli Stati Uniti suggerisce che gli SSN statunitensi potrebbero svolgere missioni australiane e statunitensi nella regione al posto dell’acquisizione di sottomarini d’attacco nucleari (SSN) da parte di Canberra nell’ambito dell’AUKUS. Questo accordo sarebbe simile a quelli esistenti tra gli Stati Uniti e i suoi alleati della NATO. Il rapporto delinea piani alternativi, tra cui rotazioni di SSN statunitensi e britannici in Australia e reinvestimento dei fondi destinati agli SSN in altre risorse militari. Il rapporto avverte che se i piani SSN dell’Australia raggiungono una spirale mortale di contabilità dei costi, potrebbero ridurre i finanziamenti per altre capacità militari, con un impatto sulla deterrenza contro la Cina, riporta AT.

I critici sostengono che il progetto AUKUS SSN manca di una chiara logica strategica e che l’Australia dovrebbe sfruttare la sua distanza dalla Cina invece di proiettare la potenza militare nei mari vicini della Cina.

Il ritorno alla Casa Bianca del presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump solleva preoccupazioni sul futuro dell’AUKUS, con potenziali richieste di maggiori contributi australiani. Inoltre, la riluttanza dell’Australia a collaborare sull’energia nucleare complica le sue ambizioni SSN. Dato il divario incombente di capacità di guerra subacquea dell’Australia e il futuro poco chiaro dell’AUKUS, l’Australia potrebbe dover riconsiderare l’acquisizione di SSN da una fonte alternativa, come la Francia, paese escluso proprio dall’AUKUS.

Tommaso Dal Passo 

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