AFGHANISTAN. Il futuro del Pakistan è nelle mani di Kabul

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Con i Talebani a Kabul, ora bisogna vedere che ruolo andrà a giocare il Pakistan. L’Inter-Service Military Intelligence, Isi, del Pakistan è stato accusato di aver giocato un ruolo decisivo nella guerra lampo dei talebani per circondare e assediare Kabul e far cadere il governo Ghani.

I Talebani afgani potevano usare il territorio pakistano per la loro logistica e addestramento reclutare nel madrase, raccogliere fondi, e persino educare i loro figli nelle scuole d’élite del Pakistan. Prima del suo rovesciamento, Ghani affermò a luglio a Tashkent, Uzbekistan, che “10.000 jihadisti” avevano viaggiato dal Pakistan per unirsi all’offensiva dei talebani contro le forze nazionali afgane, affermazione che il Pakistan aveva negato.

Tuttavia, nessuna smentita ufficiale è arrivata per le notizie che la leadership talebana era autorizzata a muoversi liberamente in Pakistan, mentre conduceva la guerra contro il governo di Ghani.

Alla fine di giugno, il ministro degli Interni pakistano Sheikh Rashid Ahmed dichiarò che famiglie di diversi talebani afgani vivevano al sicuro nelle città pakistane.

Con il sostegno pakistano ai talebani ora scoperto, Islamabad è sotto pressione diplomatica per tenere sotto controllo il gruppo militante e usare la sua influenza per convincerlo a cercare una soluzione politica piuttosto che un bagno di sangue.

Tuttavia, il Pakistan ha una parte di controllo strategico sui talebani afgani che ora sono una forza di combattimento molto capace ed esperta. «I talebani afghani non prenderanno più ordini dai pakistani e potrebbero persino arrivare a considerarli come una responsabilità. Nell’interesse dell’autoconservazione, sarebbe saggio per la leadership del Pakistan prendere atto di questa realtà (…) La leadership pakistana ha continuato ad operare sotto il falso presupposto che l’influenza e la portata dei talebani afgani non si diffonderà mai nel ‘Pakistan colonizzato’, vale a dire le province del Punjab e del Sindh. Ma è già avvenuto», riporta Asia Times.

Secondo Talkwalker, una società di analisi dei social media, l’hashtag #SanctionPakistan è stato usato più di 730.000 volte in una settimana e che il 37% dei tweet provengono dall’Afghanistan. La campagna su Twitter, secondo quanto riferito, ha indotto i vertici militari a convocare una riunione a porte chiuse con giornalisti filo-istituzionali e altri funzionari governativi per creare una contronarrazione.

Questo potrebbe spiegare l’accusa insolitamente aperta di Imran Khan che gli Stati Uniti stavano premendo sul Pakistan per ripulire il “pasticcio” che la loro guerra ha lasciato in Afghanistan negli ultimi 20 anni. Ha detto che la leadership talebana era irremovibile sul fatto che non avrebbe considerato un accordo politico a meno che Ghani non si fosse dimesso e che quindi Islamabad aveva le mani legate.

La Bbc ha affermato che il Pakistan sostiene pienamente i Talebani: «I Talebani sono in un certo senso uno strumento della ‘profondità strategica’ del Pakistan in Afghanistan. Il Pakistan è molto contento dell’avanzata dei talebani; i generali pakistani, voglio dire – il governo civile non ha alcun ruolo nella definizione della politica».

La prossima fase del conflitto in Afghanistan potrebbe destabilizzare il Pakistan stesso: «Non siamo di nuovo negli anni ’90, i Talebani sono i più grandi signori della droga al mondo basati sull’eroina. Guadagnano miliardi e hanno un’infrastruttura finanziaria globale altamente diversificata e la relativa capacità di rifornirsi di sistemi di armi e altri materiali correlati da più fonti nel caso in cui le catene di approvvigionamento pakistane diventino instabili o incerte per qualsiasi motivo», riporta Asia Times.

Antonio Albanese