PAKISTAN. Nawaz Sharif contro la blasfemia on line

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Il primo ministro pakistano Nawaz Sharif ha detto che la bestemmia è un reato imperdonabile e ha chiesto all’apparato statale di trovare i responsabili che mettono contenuti blasfemi sul social media e consegnarli alla giustizia.

Secondo un comunicato diffuso su Twitter da parte dell’account del Pakistan Muslim League-Nawaz, il primo ministro ha invitato le autorità a rimuovere il contenuto blasfemo dai social media e ad adottare misure per garantire che tali contenuti non siano più pubblicati in futuro, riporta l’agenzia Dawn.
«Il contenuto blasfemo sui social media è una cospirazione nefasta per ferire i sentimenti religiosi di tutta la ummah musulmana» ha postato Nawaz.
«La questione è già stata presa in carico dalla magistratura», ha detto Nawaz, e ha ordinato di intraprendere le azioni necessarie in conformità con le linee guida giudiziarie al riguardo.

Inoltre, ha anche rilasciato indicazioni per garantire e accertare la responsabilità di coloro che abusano della legge sulla blasfemia per i loro interessi personali.

«L’amore e l’affetto del Santo Profeta (pace su di lui) è il bene più prezioso per ogni musulmano», ha detto Nawaz Sharif.
Nawaz inoltre invitato le autorità ad analizzare le piattaforme internazionali di social media per eliminare il contenuto blasfemo da internet.

Il premier si è rivolto direttamente al ministro dell’Interno Chaudhry Nisar Ali Khan affinché prendesse tutte le misure necessarie contro i contenuti blasfemi sui social media e portasse immediatamente i colpevoli alla giustizia.

Nawaz ha invitato il ministro a sradicare completamente questo crimine efferato e ha chiesto rapporti quotidiani sugli sviluppi in questo senso.

L’Assemblea nazionale pakistana, il 14 marzo, ha approvato una risoluzione che condanna il contenuto blasfemo che appare sui social media e ha unanimemente accettato la formazione di un comitato parlamentare di controllo su questi contenuti.

La Camera bassa ha inoltre convenuto che, se necessario, il governo dovrebbe prendere iniziative legislative contro chi garantisce la pubblicazione di contenuti blasfemi sui social media.

Tommaso dal Passo