
Il parlamento ungherese ha votato per consentire al primo ministro Viktor Orban di governare per decreto al fine di combattere la pandemia del coronavirus, dando al leader ungherese ulteriori poteri per emanare una serie di misure eccezionali.
Il disegno di legge, che è stato criticato dagli osservatori internazionali dei diritti umani, include la possibilità di una sospensione parlamentare, punizioni per i giornalisti se il governo ritiene che la loro informazione del coronavirus non sia accurata, e sanzioni più pesanti per la violazione delle norme di quarantena.
Durante il periodo di applicazione dell’ordine non potranno svolgersi elezioni o referendum, riporta Cnn.
Con 138 voti favorevoli e 53 contrari, il Parlamento ungherese ha approvato questa legge che la settimana scorsa l’opposizione era riuscita a bloccare, ma l’ampia maggioranza di Fidesz ha approvato il progetto di legge che praticamente permette al governo di governare per decreto per un periodo di tempo indefinito.
Il governo ungherese aveva dichiarato lo stato di emergenza a metà marzo – l’ordinamento giuridico speciale permetteva già al governo di attuare misure straordinarie contro il coronavirus con decreti governativi che scadono ogni 15 giorni e che richiedono una proroga da parte del Parlamento.
La nuova legge permette al governo di effettuare queste proroghe a tempo indeterminato, o almeno fino a quando il Parlamento non deciderà di revocare l’autorizzazione prima che lo stato di emergenza sia terminato. La nuova legge offre inoltre al governo una più ampia possibilità di movimento, la legge contiene ancora una disposizione generale che limita le misure a ciò che è “necessario e proporzionale” per «prevenire, gestire e sradicare l’epidemia e per evitare e mitigare i suoi effetti», e il governo dovrà ancora informare regolarmente il Parlamento (o se il Parlamento non può riunirsi, il Presidente e i leader dei gruppi parlamentari) sulle misure introdotte per contrastare l’epidemia, riporta Index.
La nuova legge introduce anche un nuovo vago paragrafo, al già esistente reato di allarmismo presente nel codice penale, in grado di minacciare la stampa: «Chiunque, in base a un particolare ordinamento giuridico, in pubblico, pronuncia o diffonde in pubblico dichiarazioni notoriamente false o dichiarazioni che distorcono fatti veri è punito con la reclusione da uno a cinque anni se fatto in modo tale da ostacolare o da far deragliare l’efficacia dello sforzo di risposta».
Vengono introdotte anche una serie di altre modifiche all’ordine costituzionale del Paese, ad esempio: il governo sarà autorizzato ad adottare misure che vanno oltre le misure straordinarie già previste e a sospendere l’applicazione di alcune leggi per decreto, se necessario e proporzionato, per proteggere la salute, la vita, la proprietà, i diritti dei cittadini e per garantire la stabilità dell’economia in relazione alla pandemia.
Graziella Giangiulio