LIBIA. Ecco da dove vengono le armi del GNA e del LNA

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Nonostante l’embargo imposto dalle Nazioni Unite, le armi continuano a fluire verso la Libia, mentre l’Esercito Nazionale Libico (LNA) guidato dal maresciallo Khalifa Haftar continua la sua operazione militare per liberare la capitale Tripoli dai gruppi armati e terroristi.

La scorsa settimana, la sezione delle informazioni militari dell’Esercito Nazionale Libico ha annunciato di aver confiscato armi provenienti da Qatar e Turchia, sottolineando di averne confiscate molte e che le forze dell’LNA avevano fatto progressi in varie aree di combattimento di Tripoli, dove le forze di Haftar continuano l’operazione militare per “liberare” la capitale dai estremisti, come recita lo stesso LNA.

Lo scorso mese, l’LNA ha mostrato un video che mostrava ufficiali turchi che addestravano le milizie di Tripoli su come utilizzare i veicoli che arrivavano dalla Turchia attraverso il porto di Tripoli. Secondo quanto riportato poi dai media, il video era stato ritrovato nel telefono di uno dei membri delle milizie catturato durante le battaglie di Tripoli. Inoltre, l’Esercito Nazionale Libico ha recentemente annunciato che la sua aviazione ha preso di mira e distrutto un drone turco in rullaggio nella sezione militare all’aeroporto di Mitiga, ed era il secondo in due giorni.

Il 18 maggio, giovani di Tripoli e Misurata si sono immortalati alla guida di decine di blindati Bmc Kirpi di fabbricazione turca arrivati a Tripoli a bordo della nave cargo Amazon, battente bandiera moldava e partita dal porto turco di Samsun. A ricevere il carico sarebbe stata la milizia di Salah Badi, che è stato inserito come terrorista nella lista delle sanzioni delle Nazioni Unite. L’incidente della nave turca carica di armi non era il primo del suo genere. Nel settembre 2015, le autorità greche avevano sequestrato una nave turca carica di armi destinate alla Libia.

Nel gennaio 2018, la guardia costiera greca ha poi sequestrato una nave turca carica di esplosivi destinati alla Libia. I rapporti indicavano che il comandante aveva ricevuto ordini dal proprietario della nave di navigare verso la città libica di Misurata per scaricare l’intero carico. Nel dicembre 2018, una nave turca arrivò al porto di Al-Khums carico di armi e munizioni, mentre i servizi doganali all’aeroporto di Benina a Bengasi dicevano sul loro account ufficiale di Facebook che la spedizione, inviata dalla Turchia, includeva 3.000 pistole turche, oltre ad altri tipi di pistole, fucili da caccia e munizioni.

Lo stesso Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha detto, la scorsa settimana, che la Turchia ha inviato sostegno militare in Libia in favore del Governo di accordo nazionale (GNA) guidato da Fayez al Sarraj a Tripoli, per riequilibrare le sorti della guerra contro l’Esercito Nazionale Libico guidato da Haftar: «Abbiamo un accordo di cooperazione militare con la Libia. Hanno davvero avuto un problema in termini di esigenze di difesa e attrezzature», ha detto Erdogan a un gruppo di giornalisti, aggiungendo che il governo Al Sarraj non è stato in grado di trovare supporto militare da nessun altro paese.

Per quanto riguarda le armi usate dall’Esercito Nazionali Libico a Tripoli, il generale Khaled al-Mahjoub, direttore del dipartimento della Guida Morale dell’LNA ha affermato che l’LNA non ha usato una forza eccessiva finora nella battaglia di Tripoli.

Mahjoub ha sottolineato recentemente in una dichiarazione alla stampa che l’Esercito Nazionale Libico non vuole usare i carri armati nella battaglia per non danneggiare i civili che vivono nella capitale. Mahjoub ha confermato anche l’arrivo di una squadra di esperti militari turchi a Tripoli (si tratta di circa 12 militari), in aereo all’aeroporto di Misurata, spiegando che la Turchia è diventata, dopo l’invio di armi, esperti e attrezzature, una parte in causa della battaglia in violazione delle leggi internazionali 

Sulle armi usate dalle milizie di Tripoli, il centro media della Sala Operativa Karama dell’Esercito Nazionale Libico, ha detto a AGC News, che le milizie usano armi di media grandezza, cannoni anticarro, lanciarazzi multipli (locuste), mortai e l’aviazione, spiegando che le forze dell’esercito libico usano l’aviazione e le armi medie per il combattimento diretto. 

Il Centro ha confermato che l’LNA dipende anche dalle armi prese alle milizie a Bengasi e a Derna, affermando che il Qatar ha una sala operativa per gestire la battaglia e aiutare i Fratelli Musulmani e le milizie in Tunisia e a Tripoli, e ha fornito anche dispositivi di comunicazione e armi. Il centro media ha poi affermato che il sostegno turco è documentato anche dalle stesse milizie di Tripoli.

Da parte sua, la Camera dei deputati libica (il Parlamento di Tobruk) ha espresso sorpresa per il silenzio inaccettabile della missione internazionale a causa delle violazioni dell’embargo sulle armi commesse dalla Turchia e dal Qatar: «La commissione per la difesa e la sicurezza nazionale condanna il sostegno illimitato di paesi come il Qatar e la Turchia ai gruppi di Daesh e al-Qaeda nella capitale Tripoli, e chiediamo alle Nazioni Unite e al Consiglio di sicurezza di agire con urgenza per fermare la palese interferenza di questi paesi nella questione libica», si legge in una dichiarazione rilasciata recentemente della Camera.

Marwa Mohammed
Corrispondente dal Cairo