Libia 2016 come Afghanistan 2001?

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STATI UNITI D’AMERICA – Washington 17/02/2016. Un interessante analisi sulla situazione libica e sull’inefficacia dell’azione statunitense è stata pubblicata da Us Today, il 16 febbraio, a firma di Will Hurd, deputato repubblicano del Texas, ex agente della Cia sotto copertura, oggi membro del Comitato per la sicurezza Nazionale Usa.

Hurd nella sua analisi procede diritto e chiaro: «Nord e West Africa sono terreno fertile per il terrorismo islamico radicale. L’amministrazione Obama ha permesso a questa situazione a marcire troppo a lungo, omettendo di produrre una strategia coerente per fermare i progressi dello Stato islamico nel Maghreb in generale e in Libia in particolare (…)  Il pericolo crescente che Isil pone  (…) Se non affrontato, in Libia fornirà a Isil spazio, risorse e possibilità geografica di fare un grave danno ai nostri alleati europei e a noi (…) La futura strategia della Casa Bianca per sconfiggere Isil in Libia deve venire presto, deve essere decisiva e deve essere decisa per distruggere le loro roccaforti. La Casa Bianca sta finalmente e correttamente valutando il ridimensionamento sforzi, militari compresi, in Libia, ma la situazione è già critica. Prima di un aumento degli sforzi militari, dobbiamo raddoppiare la quantità dell’intelligence umana che fluisce dalla regione. Abbiamo bisogno di una migliore intelligence concernente i piani e le intenzioni della leadership Isil. Dobbiamo capire le tattiche, le tecniche e le procedure utilizzate dalle forze di terra Isil nella regione, e, soprattutto, abbiamo bisogno di sapere quali gruppi libici veramente possono far parte del futuro della Libia pacifica, stabile e rispettosa dei diritti umani e delle libertà civili. Questi gruppi saranno i nostri partner in questo sforzo, perché qualsiasi campagna per distruggere Isil deve includere la cooperazione con i gruppi locali sul terreno». Hurd poi passa in rassegna i recenti attacchi di Daesh, indicando in essi la chiara volontà dello Stato Islamico di crearsi una base economica stabile e ricca: «Gli attacchi Isil contro impianti petroliferi e gasiferi dello scorso anno avevano l’obiettivo di acquisire maggiori risorse, aumentare la loro ricchezza, e privare il paese di una delle principali fonti di stabilità economica. A marzo 2015, Isil ha attaccato il giacimento petrolifero di al-Ghani in Libia, uccidendo 11 guardie e sequestrando nove stranieri. Nello stesso mese, hanno attaccato anche il campo petrolifero Dhahra, e probabilmente ha campi meridionali di Bahi e Mabruk a sud di Sirte.

Sono seguiti il ​​1° settembre con un esplosione Ied l’attacco contro la sede della Mellitah Oil & gas. Più di recente, Isil ha preso i porti petroliferi di Ben Jawad e Al Sidr, e ha incendiato un impianto petrolifero vicino a Ras Lanuf. E il 11 gennaio, le forze di sicurezza libiche hanno respinto un attacco marittimo Isil contro il giacimento di petrolio Zueitina (…) Questi attacchi suggeriscono che Isil non solo vede la Libia come una potenziale nuova roccaforte, ma anche come una fonte di ricchezza».

«La Libia sta rapidamente diventando uno spazio da cui Isil ha la capacità di tracciare ed eseguire attacchi, e la vicinanza della Libia all’Europa è preoccupante. Più di 30mila persone provenienti da oltre 100 paesi diversi si sono unite a Isil dopole sue conquiste territoriali in Iraq e Siria. Possiamo aspettarci un andamento simile, se Isil continua ad avere successo in Libia. Inoltre, al-Qaeda e Isil sono concorrenti nel movimento globale salafita-jihadista. Isil deve continuare ad arruolare nuove reclute per sostituire i combattenti uccisi. Per farlo, dovrà condurre attacchi in stile Parigi e ispirare le persone in tutto il mondo a commettere atti violenti, come ad avvenuto a San Bernardino negli Stati Uniti». fino qui l’analisi di Hurd è lucida e chiara. «La Libia resterà politicamente frammentata se non riesce a raggiungere stabilità e la sicurezza tipica di uno Stato di diritto. L’insidia dei negoziati è che essi non affrontano direttamente la minaccia salafita-jihadista (…) La strategia del governo degli Stati Uniti per sconfiggere Isil in Libia dovrebbe essere come l’invasione dell’Afghanistan nel 2001, circa 400 americani (300 forze speciali e 100 agenti Cia), collaborazione con i gruppi locali, insieme con la più grande forza aerea del mondo, hanno ucciso tre quarti della leadership di al Qaeda cacciando i talebani fuori del paese. I nostri partner europei potrebbero rinforzare i successi diplomatici aiutando distribuire tecnologia e risorse umane per migliorare la sicurezza al confine libico, ed i nostri partner regionali potrebbero combattere per aiutare a coordinarsi con le forze libiche locali». La Libia come l’Afghanistan del 2001? Alle meraviglie di Hurd ricordate da Hurd nel 2001, sono poi seguiti oltre quindici anni di guerra a bassa intensità e di logoramento; in cui la soluizone bellica, vincente, non è stata seguita dalla comprensione del dato culturale del luogo incui si andava ad operare. Col risultato che le operazioni Coin, Cimic et similia, non sono risultate efficaci. È questa la soluzione per la Libia del 2016?