UGANDA – Kampala 17/02/2016. Lo sfidante del presidente ugandese Yoweri Museveni ha detto il 16 febbraio di non aver fiducia nella libertà o regolarità delle prossime elezioni e ha accusato la polizia della crescente violenza in vista del voto.
Kizza Besigye (nella foto), leader dell’opposizione e che ha perso le tre elezioni precedenti, ha detto ai giornalisti il «travolgente entusiasmo per il cambiamento, dopo tre decenni di governo Museveni ha causato il panico nel campo no-change», riporta Defence Web.
«Ecco perché (…) la polizia e altre agenzie di sicurezza dell’Uganda hanno scatenato la violenza sui nostri sostenitori e sabotato la nostra campagna a Kampala (…) Le elezioni non hanno alcuna possibilità di essere libere e giuste».
Besigye ha parlato così dopo che la polizia ha fatto irruzione durante la sua manifestazione a Kampala con gas lacrimogeni, uccidendo una persona e ferendone altre 19, e lo ha arrestato per breve tempo.
La polizia ha anche detto che i sostenitori di Besigye hanno compiuto saccheggi e danneggiamenti.
È stato il peggiore episodio di violenza da quando la campagna si è aperto tre mesi fa per il voto del 18 febbraio.
Il 15 febbraio, un portavoce del governo aveva detto che la campagna elettorale era vietata nel quartiere degli affari di Kampala, proprio dove i sostenitori di Besigye si erano riuniti.
L’elezione dovrebbe essere una delle più difficili per Museveni, 71 anni, alleato chiave dell’Occidente, salito al potere nel 1986, dopo una guerriglia di cinque anni.
Gli elettori sono impazienti perché vogliono il cambiamento visto un alto tasso di disoccupazione e il cattivo stato delle scuole e dei centri sanitari del paese, criticità che hanno dato nuova vita agli sfidanti di Museveni. Museveni, Besigye e l’ex primo ministro Amama Mbabazi, terzo concorrente alle presidenziali, erano tutti alle celebrazioni per la festa nazionale il 16 febbraio. Besigye, che è stato più volte arrestato dalla polizia, ha detto che è un bersaglio frequente delle tattiche intimidatorie del governo e ha accusato di brogli nei sondaggi Museveni e di aver utilizzato fondi statali per sostenere il suo partito, il Movimento di Resistenza Nazionale.
Ha poi aggiunto che non aveva intenzione di cambiare il suo programma dopo le violenze del 15 febbraio.