EMIRATI ARABI UNITI. Dubai difende il bando Trump

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Gli Emirati Arabi Uniti hanno difeso il bando Trump per i cittadini provenienti da sette paesi a maggioranza musulmana.

Lo sceicco Abdullah bin Zayed Al Nahyan, ministro degli Esteri della federazione del Golfo, ha detto che la direttiva non deve essere intesa come un divieto contro i musulmani.

Il ministro degli Emirati Arabi Uniti ha detto che gli Stati Uniti sono nel loro pieno diritto di prendere quella che ha definito una «decisione sovrana», riporta Dawn, in materia di immigrazione. Si tratta della prima osservazione favorevole alla mossa di Trump proveniente dalla regione del Golfo arabo.

Al Nahyan ha anche manifestato la sua fiducia nella rassicurazioni dell’amministrazione americana che la decisione non era basata sulla religione, e ha rilevato che la maggior parte dei paesi a maggioranza musulmana del mondo non sono stati oggetto della decisione.

«È un divieto temporaneo e sarà rivisto in tre mesi, quindi è importante che prendiamo in considerazione questo punto», ha detto dopo i colloqui con il suo omologo russo ad Abu Dhabi.
«Alcuni di questi paesi inseriti in questa lista sono paesi che devono affrontare problemi strutturali (…) Questi paesi dovrebbero cercare di risolvere questi problemi (…) prima di tentare di risolvere il problema dell’accesso agli Stati Uniti».

Va ricordato che gli Emirati Arabi Uniti sono uno dei più stretti alleati arabi degli Stati Uniti; partecipano alla coalizione guidata dagli Stati Uniti nella lotta contro lo Stato islamico e ospitano truppe americane e aerei da caccia che partecipano alla campagna anti-Daesh.

La federazione si vanta di essere una nazione tollerante, che abbraccia comunque il suo patrimonio arabo e islamico tradizionale. La popolazione locale è di quattro volte inferiore ai residenti stranieri, molti dei quali non sono musulmani. È il più grande mercato di esportazione arabo degli Stati Uniti, e gli Emirati hanno anche collegamenti commerciali con il nuovo presidente degli Stati Uniti. Trump ha prestato il suo nome ad un futuro campo da golf e ad un progetto immobiliare in fase di sviluppo a Dubai, centro commerciale del Medio Oriente. Mentre l’ufficio del turismo di Abu Dhabi è inquilino della Trump Tower di New York.

Luigi Medici