La Cina ha lanciato i suoi primi sottomarini nucleari lanciamissili, secondo l’ultimo rapporto del Pentagono sull’esercito cinese, offrendogli opzioni di attacco via terra e via mare, un tempo appannaggio esclusivo delle navi statunitensi e russe.
Il rapporto del Pentagono, pubblicato il 20 ottobre, segna la prima apparente conferma che i sottomarini modificati visti nei cantieri navali cinesi negli ultimi 18 mesi sono sottomarini missilistici di tipo 093B, riporta Reuters.
Nel maggio 2022, immagini satellitari del cantiere navale di Huludao, nel nord-est della Cina, mostravano una classe di sottomarini nuova o potenziata, possibilmente con tubi verticali per il lancio di missili da crociera.
Il rapporto del Pentagono afferma che a breve termine, la marina cinese «avrà la capacità di condurre attacchi di precisione a lungo raggio contro obiettivi terrestri dai suoi sottomarini e mezzi di superficie utilizzando missili da crociera da attacco terrestre, migliorando notevolmente la sua capacità di proiezione di potenza».
Conosciuti come Ssgn, i sottomarini missilistici con armati convenzionali furono sviluppati dall’Unione Sovietica durante la Guerra Fredda in parte per prendere di mira le portaerei statunitensi, mentre la Marina americana sviluppò la propria versione convertendo imbarcazioni lanciamissili balistiche per trasportare un gran numero di missili da crociera Tomahawk da attacco terrestre.
I missili da crociera sono tipicamente armi di precisione a lungo raggio che, a differenza delle armi balistiche, volano a bassa quota o sfiorano la superficie del mare.
Il sottomarino USS Florida ha lanciato 93 Tomahawk contro le difese aeree libiche nel 2011: i primi attacchi di combattimento da parte di un Ssgn statunitense e un evento che secondo gli esperti militari è stato attentamente studiato dagli strateghi cinesi.
La marina cinese le dovrebbe considerare come arma aggiuntiva contro le portaerei e come piattaforma di attacco terrestre, consentendo attacchi da una distanza molto più ampia rispetto alle sue flotte di sottomarini d’attacco più piccoli.
Il rapporto rileva che tre dei nuovi Ssgn potrebbero essere operativi entro il prossimo anno, come parte di una più ampia espansione della flotta sottomarina, sia nucleare che diesel, che potrebbe contare 65 navi nel 2025.
La conferma arriva nel contesto di un’intensificarsi della corsa agli armamenti sottomarini mentre la Cina costruisce una nuova generazione di imbarcazioni dotate di armi nucleari come parte della sua forza deterrente in evoluzione.
Lo sforzo di rintracciare i sottomarini cinesi in mare è uno dei fattori principali dell’aumento degli schieramenti e dei piani di emergenza da parte della Marina americana e di altri eserciti nella regione dell’Indo-Pacifico.
Una ricerca del Naval War College degli Stati Uniti a maggio ha rilevato che il PLA era vicino a progressi nel rendere i suoi sottomarini a propulsione nucleare molto più silenziosi e più difficili da rintracciare per gli Stati Uniti e i suoi alleati. Non è chiaro se tali scoperte siano state incorporate negli Ssgn lanciati di recente. Gli aggiornamenti sono attesi nelle imbarcazioni a propulsione nucleare lanciate prima della fine del decennio.
Luigi Medici