BOLIVIA. Firmato l’accordo per nuove elezioni, si avvia la pacificazione

167

Il 23 novembre è stato trovato l’accordo per il consolidamento della pace sociale in Bolivia. 

L’accordo è stato firmato tra il governo de facto e il movimento socialista, con il sostegno dell’Unione europea e della Conferenza episcopale boliviana.

La Conferenza episcopale, le Nazioni Unite e l’Unione Europea hanno invitato la politica e la società a disattivare il conflitto in Bolivia, attraverso misure consensuali per raggiungere la pacificazione del Paese sudamericano. 

A La Paz, il segretario generale della Conferenza episcopale boliviana, mons. Aurelio Pesoa, il rappresentante dell’Unione europea, León de la Torre, e l’inviato delle Nazioni Unite, Jean Arnault è stato presentato un piano di transizione verso nuove elezioni, riporta Telesur. L’accordo è stato firmato tra il governo di fatto, il movimento socialista, la conferenza episcopale della Bolivia che ha ospitato l’incontro e l’inviato personale del segretario generale delle Nazioni Unite come testimone onorario.

Oltre alle elezioni da indire a breve è stato trovato l’accordo sulla convocazione di nuove elezioni nel paese a breve termine con un nuovo Tribunale supremo elettorale.

Allo stesso modo, nella sfera politica, la smilitarizzazione e la smobilitazione sono volte a normalizzare la situazione in Bolivia, che dall’11 novembre sta attraversando una grave crisi a seguito prima delle accuse di brogli contro Morales, e poi del colpo di stato contro lo stesso Evo Morales.

Morales, costretto dalle forze armate e di polizia a rassegnare le dimissioni, si è rifugiato in Messico, dove ha chiesto e ottenuto asilo, per evitare un bagno di sangue nella nazione, mentre la senatrice Janine Áñez, dell’opposizione,  si è dichiarata presidente ad interim. 

Da quel momento, vari settori sociali, in particolare quelli indigeni e contadini, sono scesi in piazza per chiedere le dimissioni di Áñez e il ritorno di Evo Morales alla presidenza della repubblica boliviana; va riocrdato che Morales era stato fatto oggetto di pesanti critiche interne e internazionali, prima della sua fuga, per presunti brogli elettorali.

Le Nazioni Unite intraprenderanno, a sostegno degli sforzi nazionali, un programma di costruzione della pace che includa le seguenti attività:

A) Integrazione nella facilitazione della tabella di dialogo.

B) sostentamento degli sforzi per prevenire e superare i conflitti attraverso il dialogo, in particolare nelle aree del paese più colpite dalla violenza;

C) garantire assistenza tecnica al Supremo Tribunale elettorale e alle Corti elettorali dipartimentali, in modo che il processo elettorale rispetti i più alti standard nazionali e internazionali;

D) stabilire una presenza nei dipartimenti per promuovere il pieno esercizio dei diritti politici dei cittadini, in condizioni di uguaglianza e senza intimidazioni, durante la campagna elettorale, le elezioni e il periodo postelettorale. Prestare particolare attenzione alla partecipazione piena, libera e sicura delle donne e dei popoli indigeni al processo elettorale;

E) per motivi di giustizia e chiarimento della verità, a seguito dei tragici eventi verificatisi dal 20 ottobre, promuovono la sua prevenzione, non ripetizione e non impunità attraverso un efficace monitoraggio internazionale che aiuta a garantire che le istituzioni dello Stato svolge indagini trasparenti, imparziali ed efficaci. I responsabili di eventuali azioni violente saranno sanzionati in conformità con la legge e le norme internazionali sui diritti umani. Allo stesso modo, garantire il rigoroso rispetto per il giusto processo.

F) fornire maggiore certezza al processo di dialogo, monitorando l’attuazione degli accordi raggiunti nella tabella di dialogo;

G) aumentare le attività del Sistema delle Nazioni Unite in Bolivia, in particolare verso le popolazioni più vulnerabili, con la partecipazione e la rappresentanza delle organizzazioni sociali;

H) promuovere il sostegno della comunità internazionale a una via di uscita pacifica dalla crisi e alla celebrazione di un processo elettorale trasparente, credibile e inclusivo.

Lucia Giannini