YEMEN. Sono 900mila i casi di colera

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Oltre a una terribile crisi umanitaria causata dalla guerra, lo Yemen sta affrontando la più rapida epidemia di colera mai registrata, con circa 895.000 casi sospetti al 1°novembre, stando ai dati dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari, Ocha.

Ocha ha detto che quasi tutti i casi sospetti sono bambini e nel complesso, dal 27 aprile al 1° novembre, sono stati quasi 2.200 i decessi.

L’epidemia colpisce oltre il 90% dei distretti di 21 dei 22 governatorati del paese. Secondo l’ufficio Onu, i partner umanitari hanno istituito 234 centri di cura per la dissenteria e 1.084 posti di controllo della disidratazione in 225 distretti colpiti in 20 governatorati. Circa 3,6 milioni di persone sono state collegate a reti di approvvigionamento idrico disinfettate in 12 governatorati e oltre 17 milioni di persone in tutti i governatorati sono state raggiunte con messaggi di prevenzione del colera.

A luglio, le Nazioni Unite hanno anche rilevato che oltre il 99 per cento delle persone infette da colera con accesso ai servizi sanitari sono sopravvissute e il numero di bambini affetti da grave malnutrizione acuta è stato stimato quest’anno a 385.000; quasi l’80 per cento dei bambini dello Yemen necessitano di assistenza umanitaria immediata.

L’Onu ha detto che lo Yemen sta affrontando anche la più grande emergenza alimentare e lo sfollamento della popolazione più grande al mondo. Dopo più di due anni di guerra, quasi 21 milioni di persone hanno bisogno di aiuti umanitari urgenti, sette milioni dei quali sono gravemente insicuri dal punto di vista alimentare e sono minacciati dalla carestia.

Nel 2017, l’Onu e i suoi partner umanitari hanno fornito assistenza diretta a oltre sette milioni di persone; Ocha ha invitato i paesi donatori a rafforzare il loro sostegno al piano di risposta per garantire la risposta più efficace e coordinata in tutto il paese. I fondi per affrontare la situazione, infatti, si sono rivelati insufficienti e gli operatori umanitari lavorano in condizioni estremamente difficili, mentre Ocha è riuscita a restare neutrale e indipendente rispetto alle parti in lotta. 

Graziella Giangiulio