Venezuela: no a pressioni esterne. Maduro resta presidente

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VENEZUELA – Caracas. 19/02/14. Il ministro degli Esteri del Venezuela, Elias Jaua, si riunirà oggi con gli ambasciatori dei Paesi della Comunità del latino americani e caraibici Uniti (CELAC). Fonte Agencia Brazil.

Obiettivo: convincerli che i panni sporchi si lavano in casa. Tra i nodi da sciogliere, infatti, secondo il ministro, quello della sovranità venezuelana. Il Venezuela non intende subire pressioni dall’esterno che vogliono far dimettere il presidente incaricato Nicolas Maduro, con mezzi non democratici.

Il governo del Venezuela ha sostenuto che le proteste nel paese sono legate alla volontà di gruppi di destra legati agli Stati Uniti e hanno come obiettivo rovesciare il presidente. Secondo il ministro degli Esteri venezuelano, gli affari interni del paese devono essere risolti senza l’interferenza di Stati stranieri.

Jaua ha ringraziato i paesi e le organizzazioni internazionali che hanno espresso sostegno al governo del Venezuela nei giorni scorsi – in particolare Cina, Russia, Mercosur, l’Unione delle nazioni sudamericane (UNASUR) e la CELAC. Ieri (18), la CELAC ha rilasciato una dichiarazione chiedendo al governo del Venezuela di promuovere il dialogo tra le forze politiche per ripudiare la violenza che nei giorni scorsi ha portato a 4 morti e 63 feriti.

Ieri, a scendere in campo anche il ministro degli affari esteri brasiliano, Luiz Alberto Figueiredo, che ha detto che stava guardando «con attenzione» gli eventi nel paese confinante e ha riferito che la posizione del Brasile è espressa nei comunicati del Mercosur e Unasur rilasciato nei giorni scorsi. «Siamo disposti a prendere le necessarie conseguenze per esercitare l’indipendenza, la sovranità e l’indipendenza dei poteri pubblici venezuelani», ha ribadito il ministro.

Secondo Jaua i manifestanti che stanno conducendo le proteste degli ultimi giorni in realtà sono affiliati alla destra, fascisti radicali che non sono interessati a risolvere i problemi del Venezuela. Ieri, uno dei principali leader dell’opposizione e manifestazioni nel paese, Leopoldo López, si è arreso alle autorità venezuelane. Lopez era ricercato dalla polizia da circa una settimana accusato di omicidio e incitamento alla violenza. Lopez è stato trasportato in un luogo al di fuori della capitale. Oggi, il ministro dell’Informazione e della Comunicazione, Delcy Rodríguez, ha tritato che il prigioniero gode di tutti i diritti umani. In un’intervista con la CNN americana, la moglie di Lopez, Lilian Tintori, ha riferito che il governo del Venezuela ha espresso preoccupazione perché teme per l’incolumità di Lopez. Accompagnato alla polizia dal presidente dell’Assemblea nazionale Diosdado Cabello. Martedì scorso, l’organizzazione non governativa (ONG) Amnesty International ha riferito che non crede che il Venezuela sta prendendo in considerazione il diritto alle proteste pacifiche dai suoi avversari e ha chiesto al governo di rispettare la libera espressione di gruppi critici al presidente Nicolas Maduro. Ministro degli Esteri britannico William Hague, in visita in Brasile, ha espresso la stessa preoccupazione per quanto riguarda gli eventi.