Sette giornalisti turchi del giornale dell’opposizione Cumhuriyet sono stati liberati dopo nove mesi in carcere mentre aumentano le richieste fatte alle autorità per liberare anche altri quattro giornalisti della stessa testata che rimangono dietro le barre per le accuse di favoreggiamento al terrorismo. Un tribunale di Istanbul ha dichiarato il 28 luglio che i sette potrebbero essere rimessi in libertà però sotto controllo giudiziario. Ciò significa che le accuse di sostegno ai gruppi terroristici, che i giornalisti hanno negato, sono ancora contano valide e che i giornalisti dovranno ancora riferirne alle autorità.
Tra i liberati il 29 luglio dalla prigione di Silviri alla periferia di Istanbul, c’è il famoso fumettista Musa Kart (nella foto), che ha dichiarato di non aver provato odio nei 271 giorni trascorsi dietro le sbarre: «Credetemi, durante questo periodo in carcere non abbiamo sentito odio, senza rancore, non possiamo vivere con tali pensieri (…) Siamo stati portati via dalle persone che amiamo, dai nostri parenti, dal nostro lavoro». Kart, uno dei giornalisti più famosi di Turchia arrestato nelle repressione scaturita dopo il fallito colpo di stato del luglio 2016, ha esortato le autorità a rilasciare gli altri quattro giornalisti di Cumhuriyet, dicendo che questo fatto avrebbe accresciuto la reputazione della Turchia in mezzo alle crescenti critiche internazionali sulla mancanza di tolleranza per il dissenso nel paese, riporta Press Tv. «Pensavo che sarei sarei stato molto felice di scoprire che sarei stata liberato, ma non posso dirlo oggi. Purtroppo quattro dei nostri amici sono ancora dietro le sbarre» ha detto. «L’immagine dei giornalisti in carcere non è lusinghiera per il nostro paese e spero che i nostri quattro amici possano uscire al più presto». I quattro ancora in carcere sono Kadri Gursel, Ahmet Sik, Murat Sabuncu e Akin Atalay, tutti noti per i loro commenti anti-governativi.
Cumhuriyet ha pubblicato il 29 luglio un ampio servizio di apertura reportage sui quattro, titolando “La giustizia difettosa” perché il rilascio dei sette giornalisti ha dimostrato che le accuse contro di loro sono state fabbricate. «I nostri amici e i loro avvocati hanno dimostrato che le accuse sono infondate e illegali (…) Il mondo lo ha visto, il tribunale però non ha agito di conseguenza», scrive il giornale, che è una delle poche voci di opposizione in Turchia.
Tommaso dal Passo