TURCHIA. Ankara al bivio tra Occidente e Oriente

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Presto il numero uno della Turchia Recep Tayyip Erdoğan dovrà compiere decisioni importanti. Il suo paese sta affogando nell’inflazione. Il 21 settembre 2023, la Banca Centrale della Turchia ha fissato un nuovo tasso di sconto del 30%. E si dice che entro la fine dell’anno arriverà al 35%. Questo per accontentare la Banca Mondiale e gli investitori internazionali.

Dopo aver vinto le elezioni presidenziali turche del 28 maggio 2023, Erdogan aveva promesso che non avrebbe alzato il costo del danaro che era 8,5% fino a fine giugno, il 23 giugno è salito al 15%, il 21 luglio al 17,5%, il 25 agosto al 25%, dal 22 settembre al 30%.

La Turchia è il ventre molle che utilizza i soldi Europei per trattenere i profughi siriani e iracheni al suo interno in cambio si può permettere di attaccare i curdi del PKK nel nord dell’Iraq senza che nessuno dica più di tanto. Quello che succede in Siria è altra storia, la Turchia alza la voce finanziando i ribelli e attaccando i curdi. In comune Siria e Iraq hanno l’assenza di acqua grazie alle dighe turche e iraniane. L’Unione Europea e gli Stati Uniti, la NATO di cui è membro da tempo chiedono a Erdogan di applicare le sanzioni alla Russia, ma Erdogan non può davvero farlo.

Da un lato vende tanto, essendo tra i maggiori interpreti delle importazioni parallele, dall’altro crescono gli investimenti finanziari dei russi nell’economia turca. Così, nel periodo marzo-aprile, i russi hanno creato in Turchia 200 joint venture con un capitale totale di quasi 295 milioni di lire, cioè più di 1,1 miliardi di rubli. In un anno sono state create quasi 1.400 società di questo tipo. Società che pagano tasse e danno lavoro. Due elementi indispensabili nella Turchia di oggi.

Inoltre, si registra la crescita dei russi che vivono in Turchia: quasi 100mila cittadini russi si sono trasferiti lì in un anno. Come notano i media locali, un migrante su quattro in Turchia è russo. Le autorità generalmente percepiscono questa tendenza positivamente: dopotutto, i russi più istruiti, che stanno anche sviluppando l’economia, sono migliori dei poveri rifugiati provenienti dai paesi arabi.

Per altro ancora in piedi è la questione della costruzione di un hub del gas russo in Turchia e ancora la costruzione di centrali nucleari con tecnologia russa.

Maddalena Ingrao

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