SERBIA. Vučić a Davos: 2023 anno più difficile per Belgrado

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Sui media serbi gira una fotografia che ritrae il presidente Vučić seduto in seconda fila da solo in una conferenza al forum economico di Davos. Questo a rimarcare quanto la linea dell’ambiguità adottata da Belgrado non abbia fatto altro che isolarla dai partner europei.

Proprio nel corso del World Economic Forum è stato organizzato un panel dedicato ai Balcani occidentali con la partecipazione di Miroslav Lajčak, Inviato speciale dell’Unione europea per la regione. Presente anche il primo ministro Albin Kurti, che in un’intervista rilasciata al quotidiano svizzero Tages-Anzeiger ha parlato del rischio di una «egemonia panslava» nella regione.

Nel corso del forum, Vučić ha parlato del 2023 come di un anno decisivo per la Serbia. Decisivo proprio perché secondo il presidente nei mesi a venire il paese di area balcanica dovrà scegliere da che parte stare. Belgrado sarebbe sempre più alle strette, anche dopo la risoluzione votata dal Parlamento europeo che riconosce che l’invasione russa in Ucraina mette a rischio la stabilità dei Balcani e di conseguenza la sicurezza dell’Ue. Il rapporto parlava proprio della «importanza dell’allineamento dei paesi balcanici con la politica estera e di sicurezza dell’Ue, soprattutto per quanto riguarda l’imposizione di sanzioni a paesi terzi».

Anche i media serbi filorussi si sono soffermati sulle dichiarazioni di Vučić, osservando che in realtà secondo il governo di Belgrado l’unica cosa che interessa all’Occidente ormai sarebbero solo le sanzioni contro Mosca e l’indipendenza del Kosovo.

Vučić comunque ha definito «ipocrita» la risoluzione del Parlamento Ue, ma nel frattempo, subito dopo aver condannato i tentativi del gruppo Wagner di reclutare mercenari anche in Serbia, in un’intervista a Bloomberg a ridosso del forum di Davos ha di nuovo ribadito che la Serbia condanna l’invasione russa: «l’abbiamo detto fin da subito, la Crimea e il Donbass sono e saranno regioni ucraine». Ma il leader serbo ha anche sottolineato che con o senza la risoluzione del Parlamento Ue la Serbia non può permettersi di appoggiare le sanzioni contro Mosca, anche perché perderebbe il supporto sulla questione del Kosovo.

Carlo Comensoli

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