Israele ha riconosciuto la sovranità del Regno marocchino sul Sahara occidentale, trascorsi quasi due anni e mezzo dalla firma degli accordi tripartiti tra Stati Uniti, Israele e Marocco.
In una lettera del primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu, indirizzata al re Mohammed VI e ripresa da un comunicato del governo, si annunciava «la decisione dello Stato di Israele di riconoscere la sovranità del Marocco sul territorio di Sahara occidentale» e si indicava che questa posizione del suo Paese sarà «riflessa in tutti gli atti e documenti pertinenti del governo di Israele», riporta Jeune Afrique.
Netanyahu sottolinea inoltre che questa decisione sarà «trasmessa alle Nazioni Unite, alle organizzazioni regionali e internazionali di cui Israele è membro, nonché a tutti i Paesi con cui Israele intrattiene relazioni diplomatiche»; inoltre il premier precisa che Israele sta esaminando positivamente «l’apertura di un consolato nella città di Dakhla» e ciò, nell’ambito della concretizzazione di questa decisione di Stato.
«È una decisione importante, un ulteriore segnale dello sviluppo della cooperazione israelo-marocchina, che faciliterà e incoraggerà gli investimenti israeliani nelle province meridionali, ma anche quelli di altri Paesi in generale», riportano fonti del giornale.
Questa operazione politico-diplomatica è la conferma che il Marocco sta consolidando le sue alleanze e consolidando le sue posizioni, il che potrebbe ostacolare ulteriormente i paesi ancora restii a prendere posizioni più nette sulla questione del Sahara, in particolare la Francia. Allo stesso tempo, Rabat ricorda la posizione costante della monarchia marocchina a favore dei legittimi diritti del popolo palestinese, che il sovrano aveva elevato al rango di causa nazionale.
Stando poi al Jerusalem Post: Joe Biden ha invitato Benjamin Netanyahu alla Casa Bianca. Il leader israeliano ha accettato l’invito. La data della visita sarà concordata con i funzionari statunitensi. Biden ha assicurato a Netanyahu dei forti legami tra i due paesi, nonché degli sforzi congiunti per combattere la minaccia nucleare iraniana.
Redazione
