POLONIA. L’antagonista del PiS è in affanno: Donald Tusk arranca

194

Due anni fa il due volte primo Ministro polacco ed ex presidente del Consiglio europeo Donald Tusk annunciò il suo ritorno alla politica. Il ritorno di Tusk ha rapidamente ridato vigore al suo vecchio partito, la Piattaforma Civica di centrodestra, il cui gruppo di Coalizione Civica era caduto nei sondaggi con 18 punti percentuali dietro al PiS, destra radicale, ed era stato addirittura superato dai nuovi arrivati del partito centrista Polska 2050.

A poco più di cinque settimane dalle elezioni, la strada per porre fine al governo del PiS rimane più ripida che mai. Per un po’, a giugno, sembrava che Tusk avesse raggiunto un punto di svolta. Sotto la sua guida, più di mezzo milione di persone si presentarono a Varsavia nella più grande manifestazione di una generazione.

«Siete tutti qui perché avete creduto che potessimo vincere. La democrazia muore nel silenzio. Da oggi il silenzio non esiste più», ha detto Tusk alla folla gremita nella piazza del Castello di Varsavia.

All’improvviso, i media amici e i social media vicino a Tusk noti come “Silni Razem” (insieme forti) hanno iniziato a parlare di “superamento” del PiS nei sondaggi. Deve ancora accadere: secondo il Poll of Polls di Politico Europe, il PiS guida i sondaggi con una media del 38%.

Tusk è un veterano della politica polacca. È al potere dal 1991, quando, all’età di 34 anni, vinse un seggio alle prime elezioni libere, provenendo da un partito da lui co-fondato, il Congresso liberal-democratico, una primissima versione di quello che sarebbe poi diventato il partito democratico, nella Piattaforma Civica 10 anni dopo.

L’apice della carriera politica di Tusk in Polonia è arrivato nel 2007. Ha guidato Piattaforma Civica a una massiccia vittoria elettorale sul PiS che lo ha elevato alla carica di primo ministro fino al 2014.

Poi è arrivata la massima serie: ha lasciato la Polonia per diventare presidente del Consiglio europeo, carica che ha ricoperto per altri cinque anni, fino alla fine del 2019. Periodo in cui ha visto la morte politica del suo partito e il trionfo del PiS.

Il PiS aveva sfruttato al massimo l’eredità poco lusinghiera del periodo in cui Tusk era alla guida del governo polacco: alta disoccupazione, salari estremamente bassi, disparità di reddito. Il ricordo di dover lavorare per una tariffa oraria inferiore a 1 euro ferisce profondamente molti polacchi oggi. Per assicurarsi che il vantaggio non svanisca, il PiS continua a dire all’elettorato che la loro miseria è stata tutta colpa di Tusk. “Il primo ministro polacco della povertà”, recita una delle linee della campagna del PiS nel 2023.

Sovralimentata dal PiS, la polarizzazione politica della Polonia vede Tusk visto dai suoi sostenitori come il salvatore della democrazia polacca e dal campo dominante come un distaccato rappresentante dell’élite. Questa élite, nella propaganda del PiS, non è tanto quella polacca, ma quella tedesca o russa, o entrambe.

Il PiS accusa abitualmente Tusk di essere praticamente un agente di influenza straniera. La leggenda nera di Tusk, fatta sia di reali fallimenti del suo governo sia di affermazioni in gran parte inventate o grottescamente esagerate dalla propaganda del PiS, gli ha impedito di sfondare nel sostegno alla Piattaforma Civica, cosa che sembrava possibile quando la folla lo applaudiva a Varsavia, a giugno.

Tusk oggi ha capito che per battere il PiS ci vorrà qualcosa che aveva evitato: populismo. In questo senso, Tusk ha ora proposto ciò che il “vecchio” Tusk non avrebbe voluto: una pletora di promesse, dall’eliminazione della tassazione sulle pensioni alla distribuzione mensile di 1.500 zloty alle madri che lavorano per pagare l’asilo dei bambini; dalla fecondazione in vitro gratuita all’aumento salariale del 30% per gli insegnanti.

Si tratta di un bel cambiamento per un politico la cui regola precedente si riduceva spesso a “non ci sono soldi e non ci saranno soldi”, una frase famigerata del suo allora ministro delle Finanze in reazione ai piani del PiS per l’introduzione di un benefit mensile per chiunque abbia meno di 18 anni. I miliardi che Tusk non vedeva allora, sembra averli trovati adesso.

Ci sono limiti a ciò che Tusk può fare durante la campagna elettorale. Recenti sondaggi che pongono il partito di Tusk a circa il 28% dei consensi gli danno la possibilità di guidare il prossimo governo, ma solo se l’alleanza di sinistra e la Terza Via (una coalizione centrista di Polska 2050 e il partito agrario PSL) arrivano al 10% o così ciascuno.

Per il suo duello con il PiS, Tusk sa però che alzare il livello nelle poche settimane che mancano prima che i polacchi si rechino ai seggi elettorali il 15 ottobre è la strategia da perseguire.

Luigi Medici

Segui i nostri aggiornamenti su Spigolature geopolitiche: https://t.me/agc_NW e sul nostro blog Le Spigolature di AGCNEWS: https://spigolatureagcnews.blogspot.com/