Non svendete il nostro Pianeta

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Greenpeace has published secret documents from the TiSA negotiations. The “Trade in Services Agreement” is the unknown big brother of the trade agreements TTIP and CETA. TiSA is currently, from 19-26th of September, being secretly negotiated in Geneva among 50 states and would pave the way for global deregulation of everything from public services to financial markets. TiSA would undermine effective climate action and environmental protection, health care and education, labour rights and data security. Greenpeace demands to start a public debate on trade which is in favour of people and the planet, not just a few big corporations. Genf, 20. September 2016. Greenpeace-AktivistInnen haben am frühen Morgen vor der streng bewachten US-Mission in Genf gegen die laufenden Verhandlungen zum neoliberalen Handelsabkommen TiSA (Trade in Services Agreement) protestiert.

PAESI BASSI – Amsterdam 20/09/2016. Greenpeace Olanda ha pubblicato oggi sul sito www.tisa-leaks.org alcuni testi finora segreti e un’analisi del capitolo sull’energia relativi al negoziato a porte chiuse del Tisa (Trade in Service Agreement).

Inoltre a Ginevra, in concomitanza con il ventesimo round di negoziati su questo accordo, attivisti dell’associazione hanno manifestato dietro lo striscione: “Don’t trade away our planet” (Non svendete il nostro Pianeta).

Il negoziato segreto sul Tisa procede dal 2013 tra Unione europea, Stati Uniti e altri 21 Paesi e potrebbe essere concluso entro la fine di questo anno. Addirittura alcuni dei capitoli del trattato saranno soggetti a vincolo di riservatezza per un periodo di cinque anni anche dopo la definizione e la firma dei Paesi interessati.
La nuova serie di documenti su questi negoziati, tra cui l’allegato sui servizi energetici, è per Greenpeace fonte di grossa preoccupazione. Secondo l’analisi di questi testi, l’entrata in vigore del Tisa, oltre che essere un pericolo per la democrazia, andrebbe in senso contrario rispetto a quanto stabilito nel dicembre scorso dai negoziati di Parigi sul clima. Dall’analisi effettuata da Greenpeace emerge che: negli anni a venire la transizione energetica avrà necessariamente bisogno di una regolamentazione del settore privato, ma con la clausola di “stand still” (stasi delle liberalizzazioni) prevista dal Tisa (a sinistra i paesi aferenti) questa operazione risulterà difficile se non praticamente impossibile; la cosiddetta clausola “ratchet” (una sorta di divieto a reintrodurre barriere commerciali) implicherebbe che servizi vitali come l’energia, l’acqua potabile e l’istruzione, se liberalizzati, non potrebbero più essere rinazionalizzati. Indipendentemente dalla volontà degli elettori, questi servizi fondamentali sarebbero sempre orientati in linea prioritaria verso la produzione di profitti; le aziende private avrebbero voce nella stesura di nuovi regolamenti che andrebbero a influenzare i loro interessi. La capacità dei governi di garantire una efficace supervisione democratica dei processi di regolamentare sarebbe per lo meno limitata, se non azzerata; nessuna distinzione potrà essere fatta tra fonti energetiche meno impattanti e combustibili fossili più nocivi, rendendo nella pratica impossibile una graduale eliminazione di quelle più dannose come il carbone, il petrolio estratto da sabbie bituminose e lo shale gas; accordi commerciali come il Tisa porteranno ad un aumento del commercio di combustibili fossili mentre il loro uso e commercio dovrebbero essere ridotti per rispettare gli accordi sul clima di Parigi e la tutela del Pianeta.
Greenpeace chiede che le negoziazioni su Tisa e Ttip vengano immediatamente sospese e che non venga ratificato il Ceta, l’accordo tra Ue e Canada). Il Ttip e il Ceta saranno argomento di discussione il 23 settembre a Bratislava, durante la riunione dei ministri Ue del commercio.