IRAQ. La crisi elettrica dell’Iraq preoccupa Washington

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L’Iraq pur essendo uno dei maggiori produttori di petrolio al mondo soffre di una grave carenza energetica. Complice la corruzione, inefficienza e non trascurabile una campagna di Daesh volta a destabilizzare Baghdad che prende di mira le torri dell’energia distruggendole.

La scorsa settimana il commissario del distretto di Al-Rutba, nel governatorato di Anbar, nell’Iraq occidentale, ha annunciato il completamento dei lavori di collegamento elettrico con la Giordania, sottolineando che la fornitura di energia elettrica al distretto è entrata in funzione il 31 agosto; questo progetto mira nella prima fase a fornire all’Iraq 150 megawatt, per salire a 500 megawatt nella seconda fase e a 900 megawatt nella terza fase. Un membro della commissione parlamentare per il petrolio e il gas, Ali Shaddad, ha affermato che con l’entrata in vigore del contratto (Total) e il sesto round di investimenti nel gas, l’Iraq è entrato nella fase di estrazione del gas, ma ciò non avverrà prima di cinque anni.

E in questi cinque anni l’Iraq per la produzione di energia elettrica e gas dovrà fare riferimento all’Iran. Ali Shaddad, della Commissione parlamentare per il petrolio e il gas, ha affermato che l’Iraq conta su due modi per aumentare la produzione di gas, il primo è l’impegno locale, il secondo è l’investimento delle aziende, ma non per i prossimi 5 anni per cui avrà ancora bisogno dell’Iran.

Mentre resta sotto il mirino degli economisti l’accordo da parte del governo iracheno di un memorandum d’intesa per l’importazione di gas dal Turkmenistan con l’obiettivo di migliorare l’energia elettrica per via degli alti costi infrastrutturali mentre mentre il gas associato all’estrazione petrolifera, su cui si può fare affidamento se sfruttato, continua ad essere sprecato in Iraq.

Il Los Angeles Times in un articolo scrive che fornire elettricità in Iraq è ancora un obiettivo lontano: la crescente domanda di elettricità per alimentare frigoriferi, condizionatori, frigoriferi e congelatori è diventata un peso per le reti elettriche che da tempo soffrono di danni bellici, cattiva gestione o corruzione. Il giornale parla di timori per la stabilità dell’Iraq se queste richieste non andranno in porto.

E in questa situazione critica è arrivata la Cina che dalla sua ambasciata di Baghdad ha fatto sapere di essere in trattative per concludere un contratto per la costruzione di 10 centrali e progetti energetici nell’Iraq centrale e meridionale.

Al-Sahhaf, portavoce Ministero degli Esteri ha anche riferito che gli scambi commerciali con la Cina durante lo scorso anno sono ammontati a oltre 48 miliardi di dollari.

Lucia Giannini

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