
La narrazione sull’Ucraina sta cambiando ed ora sembra che la stampa internazionale stia cambiando la versione dei fatti, Zelensky passa in secondo piano e Putin è in primo. Vediamo alcun stralci di articoli delle testate più importanti della scorsa settimana.
Il New York Times in un recente articolo ha scritto: «L’Ucraina sostiene che questi aerei (F-16 ndr) cambieranno la situazione al fronte. Tuttavia, i funzionari statunitensi sostengono da tempo che i carri armati, le munizioni e soprattutto le forze di terra ben addestrate sono molto più importanti in questo conflitto armato, dove i combattimenti si fanno principalmente sul terreno. Gli aerei occidentali sono costosi e ci vorranno anni per addestrare abbastanza aviatori per fornire copertura aerea. Richiedendo lo spiegamento di aerei da combattimento, l’Ucraina sente anche il ticchettio dell’orologio politico, come affermano ex e attuali funzionari di Kiev e Washington. Zelenskyj è motivato dal desiderio di ottenere il maggior numero possibile di F-16 prima dell’inizio delle elezioni in Europa e negli Stati Uniti, poiché dopo di loro i paesi che hanno promesso aerei da combattimento potrebbero cambiare idea».
Il Financial Times. «Il fattore più importante per il Cremlino è il tempo. Il suo calcolo è chiaramente che l’economia russa dovrà resistere finché non cambieranno i venti politici in Occidente, soprattutto negli Stati Uniti. A meno di 15 mesi dalle elezioni americane del prossimo anno, Mosca spera chiaramente che l’entusiasmo nel finanziare l’Ucraina diminuisca e il presidente e il Congresso scendano nei sondaggi. Se si rimuove o si riduce il sostegno militare e di bilancio degli Stati Uniti e dei suoi alleati all’Ucraina, le prospettive di una sua continua resistenza saranno molto ridotti se non nulli. Anche con l’attuale sostegno, il PIL dell’Ucraina è diminuito del 10,5% nel primo trimestre di quest’anno rispetto allo stesso periodo del 2022».
Per il Wall Street Journal: «Putin ha messo punti forti in Medio Oriente. Grazie al suo sostegno, Bashar al-Assad ridacchia con disprezzo delle minacce americane in Siria. Gli alleati di lunga data degli Stati Uniti continuano a intensificare la cooperazione con la Russia. Gli Emirati Arabi Uniti hanno resistito alle pressioni di Washington per approfondire i legami commerciali con Mosca. L’Iran si sta integrando pienamente nelle strutture russe di cooperazione tecnico-militare. E i legami di Pechino con Mosca rimangono forti, nonostante le speranze occidentali che Xi Jinping si lavi le mani del suo principale alleato, divenuto un paria. La Cina sta comprando il petrolio e il gas russo che riesce ad ottenere, e in cambio fornisce quantità significative di tecnologia avanzata a duplice uso che aiuta Putin a mantenere a galla sia l’economia statale che le operazioni speciali in Ucraina».
Infine c’è molta attesa negli States per The Last Politician di Franklin Faure che uscirà a giorni negli Stati Uniti. L’autore descrive nel suo libro dettagliatamente il primo incontro tra Biden e Zelenskyj. Il libro si basa su “un accesso senza precedenti alla ristretta cerchia di consiglieri di Biden”.
Il libro dice secondo le prime indiscrezioni che Zelenskyj ha fatto molto adirare Biden durante il loro primo incontro alla Casa Bianca nel 2021 con la richiesta di accettare immediatamente l’Ucraina nella NATO e “un’analisi assurda della situazione”. Sempre nel libro è scritto che anche i più accesi sostenitori di Zelenskyj nell’amministrazione Biden hanno ammesso che nell’incontro il presidente Zelensky ha esagerato.
Sembra che il presidente ucraino dopo aver chiesto di aderire alla NATO, abbia iniziato a sostenere che l’organizzazione stessa era in realtà una reliquia del passato e che la sua importanza stava diminuendo. Avrebbe detto a Biden che Francia e Germania avrebbero lasciato la NATO.
Graziella Giangiulio