IRAQ. Gli USA minacciano vendetta per l’attacco a Taiji

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Mercoledì 11 marzo, la base militare Usa a Taiji è stata presa di mira da più di 18 razzi Katyusha, che hanno ucciso 3 soldati, 2 dei quali americani e uno britannico, oltre a ferire altri 12 soldati americani.

Con il ritorno dell’ondata di attacchi alle basi americane, e con gli elogi di alcune milizie irachene per questo attacco, sorge una serie di domande: gli Stati Uniti inizieranno una guerra aperta contro le milizie filo-iraniane? E come potrebbe rispondere Washington? Soprattutto dopo che aerei da guerra statunitense e britannici hanno lanciato una serie di raid contro le milizie filo-iraniane sia in Iraq che in Siria.

Molti indizi indicano che gli autori dell’attacco missilistico alla base di Taiji, che ospita forze americane e alleate della coalizione internazionale, sono stati effettuati da milizie filoiraniane delle Pmu, le Hasd, e fedeli all’Iran. Il gruppo che ha rivendicato l’attacco è “Ezz Iraq”, che non esiste sul terreno, ed è solo una “milizia elettronica”. La rappresaglia Usa ha preso di mira le milizie all’interno delle retrovie siriane ad Albu Kamal e ad al-Qaim è stata la prima reazione, ed è probabile che seguirà una nuova risposta americana.

Una fonte del Comando delle operazioni congiunte a Baghdad, riporta Yaqin Agency, ha confermato che l’attacco alla base di Taiji è stato compiuto dai gruppi armati che avevano giurato di compiere tali attacchi, come rappresaglia per la morta di Soleimani e al Muhandis.

La reazione Usa ha visto gli aerei da guerra attaccare le sedi e i quartieri generali di Hezbollah in Iraq, e Washington ha annunciato di aver preso di mira tutti i quartieri generali Hezbollah e di aver usato aerei da guerra, non truppe di terra.

La maggior parte dei quartieri generali di queste milizie erano quasi vuoti, pertanto si ritiene che la vera risposta americana sarà l’eliminazione dei vertici di queste milizie.

Graziella Giangiulio