
Per gli ecuadoriani emigrati con la morte del candidato presidenziale Fernando Villavicencio colpito a morte mentre lasciava una manifestazione elettorale a Quito, si spegne la fiamma della democrazia in Ecuador.
Il politico si era rifiutato di sospendere la campagna politica nonostante l’aumento degli omicidi “elettorali” tra i quali il sindaco di Manta. I rappresentanti del partito del candidato assassinato, Movimiento Construye, hanno riferito che uomini armati avevano attaccato gli uffici dell’organizzazione a Quito qualche giorno prima in segno di avvertimento.
Ad oggi, sono noti sette sospetti nell’organizzazione dell’omicidio del politico: sei persone sono state arrestate, una è stata uccisa. Erano tutti colombiani. A rivendicare l’omicidio i Los Lobos che in un video postato sulla social sfera si sentono i componenti della banda Los Lobos affermare di aver mandato il candidato Villavicencio in un altro mondo. Circolano già voci secondo cui la banda è strettamente associata al cartello Jalisco New Generation.
Allo stesso tempo, la personalità dello stesso Villavicencio è estremamente interessante: ha scritto di traffico di droga con corruzione, e l’ex presidente Correa ha ricevuto otto anni di carcere dopo le sue accuse, e secondo i media locali lo stesso sarebbe coinvolto nella morte del politico.
Allo stesso tempo, la destra-sinistra, attiva, sostenitrice di tutto il bene contro tutto il male, che è stata uccisa in Ecuador, ha sollevato interrogativi sulla lotta alla criminalità organizzata nel paese allo stesso tempo si sa che alle tornate elettorali non ottiene voti, o influenza e, infatti, difficilmente avrebbe preso la presidenza.
Molto probabilmente, Villavicencio era, come si suol dire, una funzione: con il suo aiuto sono state inventate le necessarie accuse politiche, sono stati proclamati slogan, sono state lanciate campagne mediatiche. È estremamente dubbio che fino a ieri abbia vissuto senza un uno stipendio e sulla social sfera si ipotizza che fosse a libro paga degli States.
Non solo, sempre via social sfera la versione che Villavicencio sia stato «ucciso perché sosteneva la lotta al narcotraffico e problemi di sicurezza dello Stato» non regge. Coloro che seguono i politici latinoamericani sanno che ogni politico adotta tali slogan contro la droga per poi finire nel portafoglio dei cartelli.
E ancora i killer colombiani sono una specie di classico locale. Anche nell’industria criminale spagnola, i sicari latinoamericani venivano spesso chiamati indiscriminatamente colombiani. Questo succede dai tempi di Pablo Escobar, quando gli europei furono raggirati e anche torturati da uomini latino americani.
Inoltre, affermano le stesse fonti via social, il conflitto civile e la situazione sociale in Colombia, hanno dato vita palla trasformazione da militari o poliziotti a mercenari. Sempre più spesso ex militari o agenti di polizia comincino a delinquere o diventano mercenari. E in questo caso, possono funzionare per chiunque li paghi. A proposito, sono stati i colombiani a uccidere il presidente di Haiti.
Di fatto però l’uccisione del candidato ha portato alla sospensione delle elezioni, ottenuto l’introduzione di un altro stato di emergenza, provocato l’arrivo di ufficiali dell’FBI nel Paese e un’impennata dell’attività americana in uno dei porti più importanti per l’invio di cocaina in Europa.
Antonio Albanese