DAESH. Al Baghdadi non è morto, minacce a Roma

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Nei giorni scorsi sui media italiani sono apparse notizie secondo cui il Califfo autoproclamatosi, Abu Bakr al Baghdadi avrebbe un successore, Abdullah Qardash, anche questo ex detenuto a camp Bucca a Bassora Iraq, ai tempi qaedista. Originario di Mosul. Vicino a Abu Alaa Al-Afri, capo militare Daesh, il secondo, ucciso in Iraq nel 2016. La notizia della successione è stata postata per la prima volta dalla Anadolu Agency, il sette agosto, agenzia stampa turca che lo avrebbe ripreso da Fadhil Abu Ragh, esperto in media. Che asserisce di avere avuto le informazioni da A’Maq, Agenzia di Stampa dello Stato Islamico, lui posta un take A’maq nella sua pagina twitter. La notizia poi ha fatto il giro del mondo.

Il fatto è che sulla social sfera Daesh non se ne parla e l’unico Qardash di cui si parla su An Naba 193, è dato come deceduto: “accettato da Dio”. Sul numero 194 di An Naba, uscito giovedì scorso non parla proprio. Non solo: nessuno articolo della rivista o della social sfera è dedicato alla successione di al Baghdadi, e ancora nessuna prima pagina di An Naba è stata dedicata alla presunta successione. Una prassi davvero strana per un evento così importante. Va sottolineato inoltre che in base alla religione islamica se un Califfo non è “integro” fisicamente o mentalmente non può mantenere la carica di Califfo. Quindi la nomina di un successore di Abu Bakr al Baghdadi, se sono vere le dichiarazioni sulla paralisi di al Baghdadi, sarebbe un atto dovuto. La proclamazione a Califfo avviene in tre modalità: designazione dal predecessore; scelta da parte degli Ulama; autoproclamazione. La nomina di al Qardash rientrerebbe stando alle parole di Anadolu alla prima modalità. 

Sempre in merito alla notizia della successione, va detto che nessun analista di fama internazionale ne ha parlato. Segno che nessun affiliato a Daesh ha fatto commenti in rete. Questa notizia in ultima analisi più che una certezza fa pensare molto a dei rumors o fake news. A confermare la nostra ipotesi il fatto che la social sfera Daesh il 10 agosto ha smentito la notizia apparsa su sul canale di Fadhil Abu Ragh  come falsa postando un commento al post apparso.  

Quello che invece non cambia è l’odio che Daesh nutre nei confronti degli occidentali, venerdì sera è stato postato il 16esimo episodio: “le Conseguenze per i giusti” Epopea dello Stato Islamico in forma video arrivata dal Bangladesh dove si vedono in otto minuti di filmato quattro giovani locali che prestano giuramento ad al Baghdadi mentre indossano cinture esplosive. Tra le figure di spicco che appaiono nel video al minuto 03.54 Papa Francesco minacciato insieme alle autorità locali. E ancora minacce a Roma attraverso delle grafiche in una si legge come didascalia: “Appuntamento a Roma” la grafica è stata postata on line dalla casa di produzione The Waad Media, e cita appunto: “The Rome Appointment.

Graziella Giangiulio e Antonio Albanese