Il Bangladesh sta negoziando con Myanmar la definizione di un accordo per rimpatriare migliaia di rifugiati rohingya. La notizia arriva dal ministero degli Esteri bengalese, ripresa da PressTv. «Bangladesh e Myanmar sono in procinto di negoziare un accordo bilaterale per il rimpatrio degli sfollati e si aspettano di formare un gruppo di lavoro misto per facilitare il rimpatrio», recita una dichiarazione del ministero degli Esteri, citando le osservazioni del ministro degli Esteri Abul Hasan Mahmood Ali, durante una riunione tenutasi a Dacca il 19 novembre.
Nel frattempo, rappresentanti dello stesso ministero sarebbero partiti per il Myanmar allo scopo di partecipare a un incontro Asia-Europa, Asem, a latere dell’incontro si terranno colloqui bilaterali sui rifugiati Rohingya. Colpito da critiche internazionali e accuse di pulizia etnica dei musulmani rohingya, il Myanmar, all’inizio di novembre, ha detto che era pronto ad avviare un processo di rimpatrio. Di fatto, il leader de facto di Myanmar, Aung San Suu Kyi, ha detto che i rohingya che possono dimostrare di essere residenti in Myanmar sarebbero stati rimpatriati. Dacca ha poi detto che cerca l’aiuto di Pechino per poter procedere al rimpatrio dei rifugiati, riporta Efe.
Nello scorso fine settimana, una delegazione del Congresso degli Stati Uniti, la responsabile della politica estera dell’Unione europea, Federica Mogherini, e i ministri degli Esteri di Germania, Svezia e Giappone hanno visitato i campi di Rohingya a Cox Bazar in Bangladesh per comprendere la situazione. «Appoggiamo gli sforzi del Bangladesh verso una soluzione duratura, compreso il rimpatrio degli sfollati», ha dichiarato il ministro degli Esteri giapponese Taro Kona durante la riunione a Dacca. Mogherini ha detto: «Più che esercitare pressione, il nostro approccio è sempre stato e continuerà ad essere quello di offrire uno spazio negoziale, incoraggiando a prendersi cura di una situazione che non scomparirà».
Più di 600.000 rohingya sono fuggiti finora dal Myanmar, nel vicino Bangladesh dal 25 agosto, quando la repressione si è intensificata nello Stato di Rakhine.
Lucia Giannini