BANGLADESH. Oltre 30mila orfani tra i rifugiati rohingya

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Il governo del Bangladesh ha registrato fino ad ora 36.000 bambini che hanno perso uno o entrambi i genitori. È una cifra sei volte superiore a quella inizialmente stimata nel mese di settembre, nel mezzo dell’enorme ondata di rifugiati di etnia rohingya entrati nel paese, riportano fonti Unicef e locali. 

Dal 25 agosto, più di 600.000 rohingya sono entrati in Bangladesh per fuggire dalla violenza in Myanmar.

Secondo i servizi sociali bengalesi, ripresi da Efe, sono infatti 36.000 gli orfani di etnia Rohingya che hanno perso i loro genitori, o la madre o il padre o entrambi.

Ben 26.000 di questi 36.000 bambini erano stati registrati nel database del servizio al 7 novembre e il 22% di loro aveva perso entrambi i genitori.

Il Fondo dei Bambini delle Nazioni Unite, Unicef, in Bangladesh, ha avvertito che molti di questi bambini sono stati traumatizzati, fatto che finirà per influenzare il loro sviluppo psicologico e che almeno 1000 famiglie di rifugiati erano guidate da minori.

Nella sua ultima relazione, il gruppo di coordinamento multistatale delle Nazioni Unite ha fissato il numero di rohingya che erano arrivati in Bangladesh negli ultimi due mesi e mezzo a 613.000, di questi l’unicef ha stimato che il 60 per cento sono bambini.

La maggior parte dei profughi e dei bambini vive in condizioni disperate con un accesso limitato al cibo, ai servizi igienico-sanitari o alle strutture sanitarie e i funzionari bengalesi temono il diminuire delle risorse disponibili.

Quasi tutti i nuovi arrivati hanno bisogno di prodotti non alimentari, ma il picco dei migranti sta travolgendo anche la fornitura di acqua, le strutture igienico-sanitarie esistenti.

Con una popolazione presente in più siti e insediamenti più che raddoppiati dal 25 agosto, c’è una pressione enorme sugli insediamenti esistenti, con conseguente enorme necessità di gestione per circa 700000 persone, con costi che arrivano a circa 65 milioni di dollari, secondo l’agenzia Onu.

Maddalena Ingrao