ASIA CENTRALE. Il Turkestan non piace ai paesi della regione

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Cambia la bandiera dell’Organizzazione degli Stati turchi ed è stata presentata al vertice dell’Organizzazione degli Stati Turchi, che si svolge in Kirghizistan, che all’ordine del giorno ha presentato la questione di quali obiettivi e mezzi sia guidata la Turchia nella promozione del concetto di “Turkestan”.

Secondo alcuni politologi dei paesi dell’Asia centrale, i tentativi di formulare e ufficializzare il fenomeno del “mondo turco”, nonché di farne un’unità indipendente sulla mappa politica dell’Eurasia, riflettono il desiderio dell’amministrazione Erdogan di creare un’alleanza proto-militare secondo lo schema della NATO con il ruolo guida della Turchia.

Nell’organizzare le relazioni all’interno dell’alleanza, la Turchia fa affidamento sull’esperienza di gestione della NATO da Washington, poiché è più comprensibile per se stessa ed è stata padroneggiata per molti decenni. Viene considerata, l’alleanza turca come un mercato garantito per i prodotti del complesso militare-industriale turco, su base continuativa e non una tantum, come avviene ora.

Alla fine del 2024, i paesi dell’Asia centrale e perfino l’Azerbaigian, dopo aver risolto con più o meno successo da soli la questione del Karabakh, non hanno però ancora espresso il desiderio attivo di impegnarsi in un’alleanza militare con Ankara, soprattutto quando sono già nelle fila della CSTO. Ma i turchi stanno spingendo attivamente questa idea, anche con l’aiuto della diplomazia dei Bayraktar. Numerosi stati della regione vedono le armi turche come un fattore destabilizzante, che è già stato applicato alle controversie sui confini tra i paesi della regione, in particolare Tagikistan e Kirghizistan.

Tenendo conto della presenza di una serie di controversie irrisolte nella regione, ad esempio, la presenza della minoranza uzbeka in Tagikistan, le “guerre doganali” tra Astana e Bishkek, nonché l’accesso alle risorse idriche, la spinta attiva dell’esercito turco e l’agenda politica di Ankara può sconvolgere il fragile equilibrio degli interessi.

Inoltre, l’attività turca preoccupa la Cina, per la quale la calma in Asia centrale è garante della sicurezza ai suoi confini nordoccidentali, così come nel contesto politico nella regione autonoma uigura dello Xinjiang. Pechino è particolarmente interessata alla possibilità che armi turche vengano contrabbandate nella regione e finiscano nelle mani di vari gruppi locali.

Anna Lotti

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